di
Francesco Zanotti
Mi immagino
due reazioni possibili.
La
prima è quella che accadrà più probabilmente: la reazione istituzionale. E’ rappresentata dalle dichiarazione del Presidente
di MPS: siamo disponibili a qualunque operazione. Intende ovviamente: operazioni
sul capitale.
Ma ne
esiste una seconda? Certamente sì! La definisco “imprenditoriale”. L’attuare questa reazione trasformerebbe
veramente la banca in una impresa. In cosa consiste? Bene, ci sono nove mesi di
tempo, allora le banche in oggetto progettino velocemente e propongano
velocemente sul mercato nuovi sistemi di servizio che generino utili. Contemporaneamente
mobilitino la loro organizzazione saltando tutte le burocrazie della formazione
e del change management che impiegano anni per non sviluppare nulla e costano
un botto.
Ovviamente
mi si dirà che non è possibile. Certo se i Vertici delle Banche non rinnovano
il sistema di risorse cognitive di cui dispongono non riusciranno certo a vedere
i nuovi spazi di servizio, un nuovo ruolo sociale e le nuove modalità di sviluppo delle organizzazioni.
O arriveranno al massimo, alla stratosferica proposta di vendere anche
frigoriferi.
Mi si
obietterà ancora: ma ci sono solo nove mesi. Contro obietto: usando le nuove
risorse cognitive disponibili, ma sconosciute nelle banche è possibile. E, poi,
non è più dignitoso chiedere soldi agli azionisti per realizzare un grande
piano di rivoluzione strategica, piuttosto che piagnucolando: mi hanno detto
che mi manca il capitale, datemelo voi, ovviamente per continuare a fare banca
come prima.
Concludo:
ma come fanno le banche a capire gli imprenditori se non si decidono a provare
a sperimentare la logica, la prassi e la cultura imprenditoriale? Continueranno
a cercare di finanziare imprese che oramai si considerano istituzioni come
loro. E al prossimo stress test i
bocciati saranno molti di più.
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