di
Francesco Zanotti
Il FMI prevede che ci vorranno vent’anni prima
di ritornare alla situazione occupazionale di prima della crisi.
Di fronte a questa previsione la mia reazione è duplicemente
scandalizzata. E non trova riscontro nella stampa.
Prima reazione (scandalizzata), più tecnica, ma decisiva: che
algoritmo ha usato il FMI per fare la sua previsione? Possibile che nessuno
tiri in ballo il tema dell’algoritmo? Non si può non farlo perché tutte le
previsioni si basano sul algoritmi. Se non si discute degli algoritmi si
discute del nulla. Si fanno discussioni da “Bar dello Sport”. Anche quando il Ministero
dell’Economia dice che il FMI internazionale non ha tenuto conto delle riforme,
non dice come avrebbe dovuto fare per tenerne conto. Come avrebbe dovuto
migliorare l’algoritmo usato. Questo significa che anche il Ministero dell’Economia
fa osservazioni da bar dello Sport, tra una discussione di calcio e l’altra.
Seconda reazione (scandalizzatissima): e le cause? E’ inutile che vogliamo sfuggire
il problema perché per descriverlo è necessario usare parole, conoscenze e
metodologie che non si conoscono. Il problema della crisi nasce dalla insufficienza
delle risorse cognitive che sono nella disponibilità delle classi dirigenti. E
dei media che ne fanno da cassa di risonanza.
Infatti, la crisi nasce da una progressiva perdita
di significato della economia e della finanza attuali. Solo per fare qualche
esempio: le imprese industriali producono beni che interessano sempre meno. Le banche
non possono più vendere solo soldi, ma devono vendere anche conoscenza (le risorse
cognitive che servono alle imprese per riprogettarsi). Le utilities devono capire
che il loro ruolo sociale è quello di diventare hub di sviluppo di un tessuto
di imprese innovative.
Per riuscire a ridare significato ad imprese di
produzione e di servizio, è necessaria una progettualità strategica alta ed intensa
che oggi manca completamente. Come mostrano i Rating Progettuali dei BusinessPlan che abbiamo assegnato quest’anno. Davvero, andate a leggere questi Business
Plan e i nostri giudizi su di essi.
Per aumentare la capacità progettuale delle
classi imprenditoriali e manageriali e la capacità del sistema dei media di
valutare e discutere di questa capacità progettuale è necessario diffondere
conoscenze e metodologie di strategia d’impresa.
Se non lo si vuole fare, si costringono le
nostre imprese a navigare con occhiali appannati e rigati: inciamperanno
sicuramente nel macigno della conservazione.
Un esempio di occhiali appannati e rigati: il mito
della competitività. Esso nasce da una furbissima strategia commerciale di
M. Porter che oramai a livello scientifico è stata completamente delegittimata:
non è possibile diventare stabilmente e significativamente competitivi. E non
solo accademicamente, anche su di una rivista professionale come Forbes.
Ma tutti noi continuiamo bellamente a parlare di
competitività. E poi ci stracciamo le vesti quando questa ricerca di
competitività non funziona. Viene proprio da dire: chi è causa del suo mal pianga se stesso. Se non
fosse che il male oggi le classi dirigenti non lo fanno a loro stesse, ma alle
generazioni future.
Nessun commento:
Posta un commento