di
Francesco Zanotti
Come già scritto, in questi giorni stiamo studiando come “stanno
andando” i primi minibond emessi.
La logica di valutazione è quella che dovrebbero avere
tutti gli investitori che usano soldi altrui. Cioè, quasi tutti. La seguente.
La capacità di generare cassa nel fare il suo mestiere è
la prestazione chiave di una impresa.
Allora, essi dovrebbero, innanzitutto, misurare questa
capacità.
La capacità di generare cassa di una impresa avviene
a livello di Unità di Business.
Quindi servirebbe una descrizione precisa delle Unità di Business, disponendo di un
metodo avanzato di descrizione che non si riduca ad esempio, alle combinazioni
prodotto/mercato la cui significatività è già stata contestata da Abel nei
primi anni ’80.
E, poi, servirebbe un conto economico a livello di Unità di Business.
Purtroppo, nella documentazione pubblica disponibile, non
c’è mai né l’una (una definizione avanzata delle Unità di Business), né l’altro
(un conto economico strutturato per Unità di Business).
Poi sarebbe necessario capire se le azioni che l’impresa
chiede di finanziare serviranno ad aumentare e di quanto la sua capacità di
generare cassa.
Quindi è necessario conoscere il Posizionamento
Strategico attuale (il Punto di
partenza del Business Plan) e il Posizionamento Strategico obiettivo.
Per nessuna delle imprese che hanno emesso minibond
sono disponibili queste informazioni. Qualche
volta di parla solo di posizionamento competitivo, ma non si dice cosa si
intende con questo termine.
La domanda allora sorge spontanea: se mancano
informazioni strategicamente vitali, chi ha investito come ha fatto a valutare l’investimento?
Riconosco che la prova definitiva è quella dell’esperienza:
se le imprese di cui gli investitori hanno acquistato minibond hanno aumentato
ed aumenteranno la loro capacità di generare cassa, il come le si è valutate passa
in secondo ordine.
Purtroppo una di loro (su 11 che stiamo esaminando) ha
fatto domanda di concordato preventivo e il titolo è stato ritirato dalla
Borsa. Dopo un solo anno dall'emissione.
Per le altre, leggendo i bilanci del primo anno di
utilizzo delle risorse arrivate con i minibond, non sembra che, mediamente, la loro
capacità di generare cassa con le loro attività caratteristiche sia aumentata.
Mi si dirà, ma aumenterà dopo. Controbatto, proprio per
credere a questa promessa servirebbero le informazioni di cui sopra.
Francesco una provocazione. Perché un'azienda dovrebbe sviluppare un Business plan esaustivo di informazioni finanziarie, commerciali, strategiche, etc quando i destinatari (gli investitori istituzionali) non lo richiedono? Anzi forse troverebbero alcune informazioni inutili.
RispondiEliminaIl Business Plan serve soprattutto all'azienda e a chi la guida ed averne uno elaborato alla regola d'arte dovrebbe essere imprescindibile. La realtà sembra non essere questa ed allora mi sembra che anche il ruolo del sistema finanziario di fare screening sulle migliori opportunità venga meno.
La risposta credo che possa essere nella diffusione di una cultura d'azienda, a livello di impresa ma anche a livello di sistema finanziario.
Beh in qualche modo ti sei già dato una risposta: il business plan serve prima di tutto all'impresa. Ma occorre proporre un modello di Business Plan significativo, cercare il miglior modello possibile. I modelli di Business Plan che girano (e la struttura degli infomemorandum) non sono assoliutamente in grado di coinvolgere l'imprenditore. Per quanto riguarda i finanzieri, purtroppo sanno solo emettere titoli. E poi si perdono. Occorre recuperare "valori base" come: i debiti vanno pagati, i soldi presi a prestito vanno restituiti, si immettono soldi in una impresa per farle aumentare la capacità di generare cassa, A questi valori i finanzieri sono del tutto indiffenti. Mi scuso, ma qui non posso che rispondere con queste poche battute. Quando uscirà il nostro rapporto sulle prime emissioni di minibond vi troverai un discorso più completo. Grazie del Commento
RispondiElimina