"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

domenica 20 dicembre 2015

Dipingere le case di giallo per la competitività … e altre assurdità

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per case gialle

Il Consiglio Europeo prossimo venturo ha all’ordine del giorno “Crescita, occupazione e competitività” riferisce il Prof. Alberto Quadrio Curzio sul Sole24Ore di oggi.
Bene cominciamo dalla competitività. Io sostengo che per aumentare la competitività occorre dipingere tutte le case della nostra penisola di giallo canarino!
Assurdo dirà il lettore. Beh forse paradossale, ma scientificamente significativo come ogni altra possibile strategia.
Infatti, innanzitutto, non si sa cosa sia competitività. Provi il lettore a scriverne una definizione. Farà fatica a farlo. Poi la faccia leggere al primo amico che incontra: scoprirà che non gli va bene.
Se non si sa cosa sia competitività non si può sapere cosa fare per acquisirla. Magari davvero basta dipingere le case degli italiani di giallo canarino.
Da ultimo, non si sa bene neanche che vantaggi produca questa competitività. Anzi se si guardano ai settori economici dove si vuole raggiungere competitività, si scopre che il perseguirla non porta a un aumento dell’occupazione, ma a una sua diminuzione. Si vedano i Piani strategici delle banche. Di tutte le banche.
Riassumendo: si propone di raggiungere una “cosa” (la competitività) che non si sa bene cosa sia. Ma si è certi che se la si raggiunge produce solo effetti negativi sull’occupazione. A meno che per raggiungere la competitività si debbano fare cose stupidelle come dipingere le case degli italiani di giallo canarino. Cosa che, tra l’altro, costerebbe poco e genererebbe tanta occupazione. Almeno di imbianchini.
Arriviamo alla crescita. Non si dice la crescita di cosa. Forse si pensa alla crescita di questa economia: Ma questo è fisicamente impossibile.
Che pensare alla fine? Che continuiamo a leggere di luoghi comuni, ammantati da una scientificità del tutto risibile, che perdono vieppiù di senso. Ma fino a  quando i giornali pubblicheranno solo in base alla fama di chi scrive, non possiamo attenderci altro che di leggere luoghi comuni che servono solo a una autorappresentazione continua di quei “names” che vengono da un passato oramai insopportabile.
Sarà mai possibile chiedere a tutti i soloni che annoiano il nostro presente di accettare una seria discussione scientifica?


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