di
Francesco Zanotti
L’occasione è la notizia del fatto che l’Amministrazione Obama ha iniziato azioni
legali (iniziato perché molte sono possibili) contro Volskwagen. Il rischio che
corre Volskwagen in questa prima causa è di 19 Miliardi di dollari.
In un post su balbettanti poietici del 22 settembre 2015 abbiamo sostenuto
che tutte le grandi imprese sono giganti con i piedi d’argilla. E quando
sono scosse alle fondamenta cadono fragorosamente. Facciamo una previsione:
Volkswagen sul medio termine (un anno) non sopravvivrà. Il lettore lo ricordi.
Un seconda occasione è fornita dai dati del
Centro Studi Confindustria si legge che la ripresina nel 2015 della produzione
industriale è stata generata quasi esclusivamente nel settore auto. Negli altri
settori a macchia di leopardo, ma a somma quasi zero.
Una terza occasione è fornita dall’analisi del
sistema bancario tedesco fatta da Fabio Pavesi sul Sole 24 Ore. Racconta di una
storia dei pesantissimi aiuti di Stato concessi alle banche tedesche a causa
della loro incapacità di vivere autonomamente. Si parla di più
di 200 Miliardi di Euro.
Mettiamo insieme.
Tutti sono ancora convinti che le grandi imprese
saranno eterne. Errore.
Tutti si immaginano che vi sarà una ripresa della attuale economia. Errore.
Tutti sperano in sistemi bancari solidi. Errore.
Tutti si immaginano che vi sarà una ripresa della attuale economia. Errore.
Tutti sperano in sistemi bancari solidi. Errore.
Oramai è evidente che, per superare la crisi attuale
che continuamente si ripropone in forme diverse, è necessaria costruire una
economia radicalmente diversa.
Perché si fanno tutti questi errori e non si vedono
evidenze gigantesche?
Perché non si vogliono cambiare gli schemi mentali
con cui si legge la realtà e progettare il futuro.
Non li vogliono cambiare le classi dirigenti.
Ma non li vogliono cambiare neanche giornalisti
ed economisti. E così tutti noi ad attendere la prossima crisi, sorprendendoci
che arriva, per paura di guardare in faccia a quella attuale.
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