di
Francesco Zanotti
Oggi tutti i giornali sono pieni di notizie sullo scorporo e quotazione di
Ferrari. In un angolino, vi è la vivenza Zucchi che passa sostanzialmente di mano
con beneplacito delle banche. Ecco gli altri: proprio le banche all’inizio dell’era
del “bail-in”.
Di tutto si parla nei giornali tranne che del futuro di tutte queste banche
è imprese.
Non è vero, mi si dirà. Gli stessi giornali sono pieni di previsioni. Sì ma
sono soprattutto previsioni sull’andamento dei titoli FCA e Ferrari. Risultati
di analisi tecniche, quindi virtuali. Non di previsioni che riguardano il mondo
reale.
Dobbiamo dire chiaro e forte che il futuro di queste imprese e banche
dipenderà dalla loro intensità progettuale. Infatti, il mondo è, ovviamente, in
veloce cambiamento. Ma non è cambiamento etero diretto, che ne sono, dai “Little
green man” di Marte. E un cambiamento costruito con i comportamenti di tutti i
giorni. Detto diversamente, vi sono infiniti futuri possibili. Si realizzeranno
quelli che i nostri comportamenti, suggerito dalla nostra progettualità riusciranno
a realizzare.
Si realizzeranno i futuri che quelle imprese e banche sapranno progettare e
realizzare.
E che futuri stanno progettando e iniziando a realizzare? Nessuno lo sa!
Non esistono Business Plan accessibili e valutabili. E io credo non esistano
neanche Business Plan degni di questo nome: solo previsioni di andamenti
patrimoniali, economici e finanziari.
Questo significa che il futuro di queste imprese e banche è senza nome. Peccato
che sia imprese e banche utilizzano quella straordinaria risorsa sociale che
è il risparmio. E lo stanno facendo in nome di un futuro a cui non vogliono
dare un nome.
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