di
Francesco Zanotti
La strategia non è una scelta obbligata dall’ambiente
esterno all’impresa. E’ una scelta cognitiva profonda, che definisco
filosofica. Poi viene giustificata come “imposta”, ma non è vero: le imprese possono fare la scelta che voglio. Solo devono
essere consapevoli delle conseguenze … Riportiamo qui il testo, prima di renderlo
disponibile come .pdf.
Ogni progetto strategico è ispirato, spesso
inconsapevolmente, ma sostanzialmente, non su di un calcolo economico, ma su di
una scelta filosofica a priori.
E’ solo all’interno di questa scelta che poi si
fanno calcoli economici.
Mi spiego.
La scelta filosofica riguarda come l’essere umano
considera l’ambiente esterno a se stesso e come si vuole relazionare con questo
ambiente esterno.
Le opzioni che
riguardano l’ambiente sono due. La prima: l’ambiente è dato e su di esso
non posso intervenire. La seconda: l’ambiente è fatto di potenzialità che aspettano
solo un autore che le attualizzi.
Le opzioni
che riguardano il modo di relazionarsi con l’ambiente sono pure due: l’essere
umano vuole essere attivo o passivo nei confronti dell’ambiente?
Allora le possibili scelte filosofiche che stanno a
monte di ogni progetto strategico, a fondamento inconsapevole di ogni Business
Plan, sono quattro.
La prima
scelta filosofica: l’ambiente è fatto di potenzialità e voglio giocare un
ruolo attivo. E’ quello di attualizzare, insieme agli stakeholder che mi
scelgo, qualcuna di questa potenzialità. Definisco questa scelta “imprenditoriale”. E’ la scelta
filosofica che hanno fatto tutti gli imprenditori di successo.
La seconda
scelta filosofica: l’ambiente è fatto di potenzialità, ma io non riesco ad avere
un ruolo costruttivo e sociale. Mi limito ad immaginare solipsisticamente tanti
mondi possibili, ma rimangono storie senza concretezza. Definisco questa scelta
“dei mondi virtuali”. E’ la strada velleitaria della comunicazione che cerca di
ridare senso a contenuti stantii con la forma. E’ la strada di troppe start-up che
pensano che basti ruminare tecnologia per costruire nuovi mondi.
La terza
scelta filosofica: l’ambiente è dato. Quindi cerco di conoscerlo ed usarlo.
Le parole d’ordine sono: qualità e competitività. Definisco questa scelta “manageriale”.
La quarta
scelta filosofica: l’ambiente è dato. Mi accodo a coloro che vogliono
usarlo e cerco di fare il mio mestiere dignitosamente. E’ la strada, personale,
di chi cerca definite collocazioni organizzative. E’ la strada di tante imprese
che cercano catene del valore nelle quali collocarsi. Definisco questa scelta “burocratica”.
In realtà, poi, esiste anche la scelta nichilista: Io so fare alcune
cosa. Tocca agli altri fare in modo che io possa farle in santa pace: E’ la via
di tutte le imprese che sono convinte di poter vivere solo di sussidi.
Le diverse scelte filosofiche, come dicevo all’inizio,
si portano dietro scelte operative delle quali è possibile immaginare i risultati
ottenibili.
Se adottate una strategia imprenditoriale
riuscirete ad aumentare i flussi di cassa.
Se adottate una strategia manageriale un po’meno.
Se vi accontentate di fare efficienza, proprio per
nulla.
Ma quale scelta filosofica è oggi possibile?
Ovviamente tutte: una scelta filosofica è proprio
una scelta personale. Potete scegliere l’atteggiamento filosofico che volete. L’importante
è conoscerne le conseguenze.
Esempio: le banche hanno fatto una scelta un
atteggiamento burocratico-efficientista. Attendiamoci le conseguenze di questo
atteggiamento: vedranno intorno a loro un ambiente sempre più ostile e vivranno
solo grazie a continui aumenti di capitale. Potrebbero fare un’altra scelta; ad
esempio, una scelta imprenditoriale? Certo … se volessero.
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