di
Luciano Martinoli
L'ascesa in borsa del costruttore americano di auto elettriche appare, sopratutto a noi europei, incomprensibile. La chiave di lettura è nella direzione nella quale non siamo più, colpevolmente, abituati a guardare. Con una nota di merito, una volta tanto, per il mondo della finanza.
Tesla continua a battere i record di capitalizzazione in borsa, superando e mantenendo valori superiori ad aziende più grandi e più affermate. Un fenomeno che richiama alla mente le bolle, sopratutto nell'ambito tecnologico, che periodicamente si formano nei mercati.
Eppure vi è una motivazione più profonda che spiega il fenomeno.
E' un articolo del sole24ore del professor Berta che ne da conto: siamo di fronte ad una "promessa di futuro".
Musk, il fondatore di Tesla, è un visionario che ha dato una nuova prospettiva alla mobilità, avendo ambizioni di non limitarsi ad essa. Una prospettiva alla quale non hanno creduto i big del settore (men che meno la nostra FCA); tutti impegnati a uscire dagli scandali, eseguire costosi e numerosi richiami di auto difettate, limare conti, aspirare a salvifiche integrazioni tra simili.
Dunque stavolta gli uomini della finanza, in misura maggiore di quelli dell'economia reale, hanno voluto scommettere sul futuro promesso da un uomo. La ragioni del successo sono ben riassunte dalle parole finali del professor Berta
...in un mondo come il nostro... (c'è) più di una ragione per concedere fiducia a chi indica una radicale via d’uscita dal groviglio di difficoltà e di contraddizioni del presente.
Ma allora se la via d'uscita dal groviglio di difficoltà e di contraddizioni del presente è una via d'uscita radicale, quali sono, e dove sono scritte nero su bianco, le "promesse di futuro" delle nostre banche, delle società finanziarie, delle aziende manifatturiere che compongono gli smilzi listini della borsa nostrana?
Nessun commento:
Posta un commento