di
Francesco Zanotti
Oggi sul Sole 24 Ore Renato Ugo ripropone una tesi oramai condivisa,
anche se non praticata: sostenere la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica.
La ripropone appunto perché non praticata.
Ora, al di là di qualche obiezione che si può fare a questa tesi (ad
esempio: generica. A quale tipo di ricerca scientifica fa riferimento?), mi
sembra che sarebbe importantissimo sostenere che sarebbe importante almeno un
altro tipo di ricerca: la ricerca organizzativa.
Tutti riconoscono che una impresa non è una macchina di Turing che “calcola”
in maniera univoca l’output in funzione dell’input. Ma è (almeno) un sistema
socio-tecnico. Oppure, usando un’altra espressione è fatta da una parte formale
(Turing Like,) e da una parte informale.
Ora questa dimensione informale ha un impatto rilevante sull’efficienza
dei processi e la qualità dei prodotti. Quindi, usando il linguaggio corrente,
ha un importante ruolo competitivo. Ma di questa dimensione sappiamo pochissimo:
non esiste una “teoria” condivisa né da cosa sia fatta, né da come si sviluppo,
né da come si governa.
Ci culliamo tutti dietro la tesi, ovviamente scioccherella, che tutto
è stranoto. E quello che è stranoto è costituito dal così detto “sistema Toyota”.
Ma è uno stranoto ... strabanale. Che sta facendo danni rilevanti soprattutto
alla nostra FIAT: le sta creando conflitti e distruggendo competitività.
Aggiungiamo allora alla ricerca scientifica la ricerca organizzativa
che serve, dopo tutto, a dare senso alla ricerca scientifica e tecnologica.
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