di
Francesco Zanotti
“Chi
non vuole economie competitive?” si chiede Leonardo Maisano sul Sole 24 Ore di
oggi. Beh non so voi, ma io comincio a dire che l’espressione “economie
competitive” non so cosa voglia dire. Mi piacerebbe che l’Autore dell’articolo
cercasse di definire cosa vuol dire questa affermazione che, a suo dire, tutti condividono.
Se
poi, per caso, volesse dire “economie dove le imprese cercano competitività”,
allora dichiaro che non voglio questo tipo di economie. Non le voglio non per
motivi “ideali”: è troppo cruda e brutale la ricerca della competitività, chi
ci va di mezzo sono i più deboli e cose simili. Non le voglio perché la ricerca
della competitività porta le imprese a perdere la capacità di produrre cassa e,
quindi, a fallire. E trascinare nel fallimento le banche e la società tutta.
La competizione
è una battaglia che si può solo perdere. Se anche un’impresa raggiungesse un
differenziale di competitività sufficientemente alto da riuscire ad aumentare
la sua capacità di produrre cassa (qualcuno mi deve spiegare come questo
potrebbe essere possibile, però), immediatamente dopo i concorrenti pareggerebbero
il conto. Grandi sforzi anche economici di tutti per finire ad essere costretti
a giocare l’arma del prezzo che è davvero l’ultimo rifugio di coloro che non sono
capaci di intraprendere nuove strade.
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