di
Francesco Zanotti
Due giorni
fa ho trovato sul Sole24Ore, pubblicati anche vicini, tre pensieri nefasti che,
insieme, sono un ologramma dei pensieri che consideriamo importanti, ma che
sono all'origine della crisi che stiamo peggiorando ogni giorno. Sì, siamo noi
che l’abbiamo creata e che la peggioriamo con pensieri nefasti.
Il
primo: “Sabatini-bis, minibond e nuovi
ammortamenti per rilanciare il settore”. Lasciate stare quale settore sia: non
è mio obiettivo fare polemiche. E’ un settore che, certamente, non sta
producendo cassa in abbondanza. Ed allora chiede interventi esterni per
sopperire alla sua scarsa capacità di produrre cassa. Ma è tutto sbagliato. Serve
una nuova tipologia di imprenditori che sappiano sviluppare progetti
rivoluzionari, capaci di generare velocemente cassa abbondante. Allora io
direi: serve, innanzitutto, fornire agli imprenditori risorse cognitive per
costruire progetti rivoluzionari di futuro. Se ci sono questi ben vengano modalità
per finanziarli. Se non ci sono è puro assistenzialismo far sopravvivere
imprese i cui prodotti hanno perso di interesse.
Il secondo
pensiero è peggio: “In Umbria rischiano le imprese sane”. Ma è un paradosso. Si
sostiene che vi sono aziende sane, ma che hanno bisogno di cassa. E si cerca di
fargliela avere nonostante le banche. Ma non esiste una azienda sana che abbia
bisogno di farsi dare cassa dall'esterno. “Dicesi” azienda sana quella che
produce cassa. Se non la produce non è sana. E torna il discorso di prima. Le imprese
si devono dotare, innanzitutto, di progetti strategici alti e forti. Solo dopo
ha senso parlare del come finanziarli.
Insomma
il richiedere finanza per riuscire a sopravvivere fino a che la crisi passa è
una sciocchezza, sia macro economica che imprenditoriale. Come scrivevo qualche
giorno da: per chi attende che la crisi passi, la crisi non passerà mai. Ma si
aggraverà sempre di più.
Il
terzo pensiero è la tomba definitiva: parla di progetti di futuro. Ma quali
sono questi progetti?
“Lo
sviluppo passa per i monumenti”. Cioè l’unica cosa che sappiamo fare è quella
di raccomandarci ai santi, poeti e navigatori del passato … Speriamo di
sopravvivere con l’arte prodotta nel passato, non grazie all'arte che stiamo
producendo ora.
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