di
Francesco Zanotti
Lo stimolo che ha fatto precipitare le mie riflessioni sul tema delle bolle è un articolo di Morya Longo sul Sole 24 Ore di oggi dove descrive il rally dei mercati finanziari concludendo con un commento scettico su una convinzione della Yellen “Non vedo bolle nei principali asset finanziari”.
La paura che ogni vivacità dei mercati
finanziari nasconda una bolla è il tema dell’articolo.
Per capire se la paura è fondata è, però,
necessaria una teoria delle bolle.
Allora mi ci provo a proporla. Sono
ovviamente, solo primi passi …
Utilizzo una teoria sistemica nota,
ma mai usata (a quanto ne so) per spiegare le dinamiche dei mercati finanziari:
la teoria dei sistemi auto-poietici.
Essa ci rivela che ogni sistema, che
abbia confini definiti, si sviluppa seguendo una propria logica interna che non
traspare all'esterno. A mano a mano che la crescita prosegue il sistema diventa
sempre più incomprensibile all'esterno. Fino a che nessuno chiede conto al
sistema del senso della sua identità, il sistema continua a crescere. Quando qualcuno
chiede conto ... il senso del sistema esplode. La crescita del sistema si
rivela una bolla vuota di senso.
Come usare questa teoria nel caso delle bolle?
Guardiamo al mondo delle obbligazioni
aziendali. Oggi è un mercato chiuso, come tutti i mercati finanziari. Nel senso
che il valore delle obbligazioni (come degli altri titoli) è determinato da
logiche interne al mercato finanziario. Prevale la logica dell’analisi tecnica.
Nessuno si preoccupa del “sottostante” del titolo, che è quello che gli dà senso:
la capacità di generare cassa della società che ha emesso obbligazioni. Fino a
che questa capacità non si perde, il valore delle obbligazioni può continuare a
dipendere dalle logiche interne (domanda ed offerta) al mercato azionario. Quando
la società perde la sua capacità di produrre cassa la gente comincia a farsi
domande non più sul valore di mercato del titolo, ma sul valore reale del
sottostante. Scoprendo che, mentre nel mercato obbligazionario si scambiavano
titoli il cui valore era determinato dalla domanda e dall'offerta in quel
mercato, il valore del sottostante stava sparendo. E si scopre che il re è
nudo, che un bulbo di tulipano non può valere un palazzo, che le obbligazioni
di quella grande azienda sono carta straccia.
Come prevenire le bolle?
Tornando ad una nuova analisi fondamentale. Investiamo nel vero valore del
sottostante. Nel mercato obbligazionario: investiamo cercando di capire la
capacità futura di generare cassa delle imprese che emettono obbligazioni. Questa
futura capacità di generare cassa la si legge solo nei Business Plan delle imprese
che emettono obbligazioni.
Quello che vale per il mercato dei
bond aziendali, vale anche per gli altri tipi di mercato? Io penso di sì, ma sarà
oggetto delle mie prossime ricerche.
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