di
Francesco Zanotti
La richiesta della politica è quella di “fare un piano industriale più adatto ai benefici” chiesti da Elettrolux. Poi come aggiunta, Zaia dice che c’entra in qualche modo anche la ricerca e sviluppo.
Così
poste le cose, il futuro è chiarissimo: una negoziazione durissima riuscirà a far
sì che l’impresa riesca a campare un po’. La ricerca e sviluppo di cui si parla è
generica. Per avere senso si dovrebbe dire quale ricerca e sviluppo e come
questa ricerca e sviluppo influirà sulla definizione del business e, quindi,
sul posizionamento strategico (che non è il posizionamento competitivo).
Ecco,
ma il discorso si fa tecnico …
E
come diavolo altrimenti dovrebbe essere?
Esiste
un patrimonio di risorse cognitive che è costituito dalle conoscenze e dalle
metodologie di strategia d’impresa. Sonio le risorse cognitive che dovrebbero
suggerire quali sono i contenuti che dovrebbe avere un piano industriale e come
è necessario un Progetto Strategico che definisca il senso del Piano
industriale.
Il
problema è che nessuno degli attori coinvolti sembra avere la più pallida idea
delle conoscenze e delle metodologie di strategia d’impresa.
Come prendere
i primi cinque che passano per la strada e chiedere loro di progettare un
sistema tecnologico avanzato senza disporre delle conoscenze scientifiche e
tecnologiche necessarie. Auguri ai dipendenti dell’Elettrolux.
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