di
Francesco Zanotti
La nostra ricerca sui “Minibond” ha evidenziato la voglia di pura e semplice sopravvivenza delle imprese. Non abbiamo trovato progetti di Sviluppo “alti e forti”. Piuttosto richieste non esplicite, ma sostanziali, di aiuti.
A dare “man forte” alla rinuncia al
futuro arriva anche la grande accademia. Leggo oggi sul Sole un articolo a firma
di Silvio Bencini e Guido Tabellini sui minibond che è oggettivamente, anche se
inconsapevolmente, un supporto alla cultura e alla prassi della pura sopravvivenza.
Che non hanno nulla di alto e forte.
I nostri due Autori descrivono i
minibond solo dal punto di vista “tecnico”: come strumento per fare arrivare
soldi alle imprese.
Non vi è alcuna osservazione sul problema
di fondo: ma che se ne fanno le imprese dei soldi? Vogliono finanziare un
progetto di sviluppo o vogliono sopravvivere?
Perché questa ricercata, costruita,
praticata cecità verso il futuro?
Per mancanza di conoscenza! La
capacità di progettare il futuro dipende dal patrimonio di conoscenze di cui si
dispone. In particolare delle conoscenze e metodologie di strategia d’impresa.
Se non buttiamo queste conoscenze
nelle mani di imprenditori e finanzieri (e accademici, a quanto pare), non si
accorgeranno neanche che stanno cercando disperatamente di far sopravvivere il
passato.
Vi è una frase rivelatrice nell'articolo
di Bencini e Tabellini “L’accesso al credito non bancario è un
problema soprattutto per le piccole e medie imprese, di cui è difficile valutare il merito di credito.”
Signori, è difficile se non si
dispongono delle conoscenze e delle metodologie di strategia d’impresa. Se si
usassero queste conoscenze e metodologie, si saprebbe fare molto di più che
valutare: banche e imprese potrebbero costruire insieme e, sempre insieme,
continuamente aggiornare, il progetto di sviluppo dell’impresa (il suo Business
Plan). Certo se di queste conoscenze non si dispone, allora diventa tutto
complicato: il futuro è solo un allungamento del passato, merita il credito chi
è andato bene nel passato, il problema è solo come far sopravvivere le imprese
fino a che non sarà passata la crisi.
Purtroppo la crisi è frutto del
cercare di bloccare il futuro, di non volerlo vedere. Lo sviluppo può essere
solo figlio di progetti alti e forti che possono nascere solo se chi li deve
immaginare dispone delle conoscenze e delle metodologie per farlo.
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