di
Francesco Zanotti
Ho
messo semplicemente insieme i contenuti degli articoli di pag. 19 del Corriere,
pagina di cronaca, non di economia.
Ecco
il risultato.
La moda
si vende molto in saldo. Allora il Codacons chiede che si prolunghi il periodo
dei saldi. Ma insorgono le imprese: non è possibile perché abbiamo bisogno di
periodi di prezzi pieni.
Ma la
domanda sorge spontanea: i prezzi pieni sono giustificati?
A
leggere altri articoli della stessa pagina sembra di no! Il surplus di prezzo
giustificato dall’artisticità dei capi è sempre meno apprezzato, riconosciuto. “Il
vero affare? Scegliere capi senza tempo.” Titola un articolo sulla colonna
destra della pagina in questione. Consigli di praticità vengono proposti dalle
redazione in un’altra pagina …
Conclusione:
i capi di vestiario stanno tornando ad un ruolo funzionale, ne è sempre meno riconosciuto
il ruolo identitario. E’ importante la qualità sostanziale e non l’apparenza
fantasmagorica. Questo significa che i conti economici dei produttori di moda
cambieranno radicalmente nei prossimi anni: dovranno accettare riduzioni
rilevanti di prezzo. Dovrà cambiare tutta la filosofia produttiva del settore:
non viene prima lo stilista e i suoi eccessi, ma viene prima la capacità
artigianale. E questo rimette tutto in discussione: dal ruolo commerciale delle
“collezioni”, alle pratiche di outsourcing.
Ma è
difficile che le grandi maison accettino questa rivoluzione che le porta dall’essere
luoghi d’arte a luoghi di una sana artigianalità che fonda una solida bellezza.
Ed
allora debiti e valori di borsa? Che ne pensano gli investitori?
Bravo Francesco!!!
RispondiEliminaVorrei solo riprendere l'incipit molto modesto: "Ho messo semplicemente insieme i contenuti...".
E' questa l'attività più difficile da fare nell'era contemporanea in cui non mancano certo le informazioni e i dati, ma la capacità di collegarli. Che cos'è poi l'innovazione e la creatività se non la capacità di collegare in modo nuovo il patrimonio di risorse e conoscenze disponibili?
Stefano