"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

martedì 6 gennaio 2015

Saldi e moda: segnali dalla realtà

di
Francesco Zanotti


Ho messo semplicemente insieme i contenuti degli articoli di pag. 19 del Corriere, pagina di cronaca, non di economia.
Ecco il risultato.
La moda si vende molto in saldo. Allora il Codacons chiede che si prolunghi il periodo dei saldi. Ma insorgono le imprese: non è possibile perché abbiamo bisogno di periodi di prezzi pieni.
Ma la domanda sorge spontanea: i prezzi pieni sono giustificati?
A leggere altri articoli della stessa pagina sembra di no! Il surplus di prezzo giustificato dall’artisticità dei capi è sempre meno apprezzato, riconosciuto. “Il vero affare? Scegliere capi senza tempo.” Titola un articolo sulla colonna destra della pagina in questione. Consigli di praticità vengono proposti dalle redazione in un’altra pagina …
Conclusione: i capi di vestiario stanno tornando ad un ruolo funzionale, ne è sempre meno riconosciuto il ruolo identitario. E’ importante la qualità sostanziale e non l’apparenza fantasmagorica. Questo significa che i conti economici dei produttori di moda cambieranno radicalmente nei prossimi anni: dovranno accettare riduzioni rilevanti di prezzo. Dovrà cambiare tutta la filosofia produttiva del settore: non viene prima lo stilista e i suoi eccessi, ma viene prima la capacità artigianale. E questo rimette tutto in discussione: dal ruolo commerciale delle “collezioni”, alle pratiche di outsourcing.
Ma è difficile che le grandi maison accettino questa rivoluzione che le porta dall’essere luoghi d’arte a luoghi di una sana artigianalità che fonda una solida bellezza.
Ed allora debiti e valori di borsa? Che ne pensano gli investitori?



1 commento:

  1. Bravo Francesco!!!
    Vorrei solo riprendere l'incipit molto modesto: "Ho messo semplicemente insieme i contenuti...".
    E' questa l'attività più difficile da fare nell'era contemporanea in cui non mancano certo le informazioni e i dati, ma la capacità di collegarli. Che cos'è poi l'innovazione e la creatività se non la capacità di collegare in modo nuovo il patrimonio di risorse e conoscenze disponibili?
    Stefano

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