"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 26 giugno 2015

In memoria di un imprenditore

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per Egidio Maschio

Mi riferisco a Egidio Maschio suicidatosi due giorni fa.
Non lo conoscevo, ma ho letto l’elogio che ne fa Mario Carraro in un articolo di Mariano Maugeri.
Credo che occorra fare, finalmente, una riflessione “cognitiva” su queste tragedie che, soprattutto nel nord est, non sono isolate. Perché non si ripetano, ma si ripetano, invece, gli straordinari successi del passato di molti di coloro che hanno gettato drammaticamente la spugna della vita.

Vi sono persone con una straordinaria passione e competenza imprenditoriale. Dotate della capacità di progettare nuovi mondi e realizzarli. Come tutti dicono sia stato Egidio Maschio.
Queste persone hanno oggi bisogno di una risorsa fondamentale della quale non dispongono: le risorse cognitive grazie alle quali attivare la loro straordinaria imprenditorialità. Altrimenti il loro progettare e realizzare rischia di percorrere strade impercorribili.

Quali risorse cognitive? Mi riferisco alle conoscenze ed alle metodologie di strategia d’impresa. Esse servono a individuare le complesse potenzialità di sviluppo che emergono in ogni anfratto dell’attuale società. E servono a costruire Business Plan alti e forti (e, per forza di cose complessi) che permettano di realizzarli.
Fino ad oggi nessuno si è preso la briga di fornire agli imprenditori conoscenze e metodologie di strategia d’impresa avanzate. Se le sono dovute costruire, inconsapevolmente, gli imprenditori da soli. Ma, ovviamente, non possono che essere conoscenze e metodologie troppo semplici per permettere loro di usare la loro straordinaria competenza di creatori di mondi nella complessità sociale attuale.
Allora rischiano di “girare a vuoto”. Rischiano di immaginare mondi che hanno sempre meno possibilità di realizzarsi, di investire in progetti che cercano l’impossibile continuazione del passato nel futuro.
Vogliamo non solo evitare che si consumino tragedie come queste, ma vogliamo anche che, davvero, si sviluppi una nuova stagione di sviluppo? Allora forniamo a tutti coloro che hanno quella particolare visione del mondo che li fa imprenditori le migliori conoscenze e metodologie di strategia d’impresa che esistano al mondo.
I “noi” che devono fornire queste risorse cognitive sono le banche e i professionisti che offrono servizi alle imprese.
Le banche e i professionisti devono dotarsene per primi. Per primi devono iniziare a diventare imprenditori della conoscenza.


2 commenti:

  1. Commento come un professionista del nordest. Non ho mai conosciuto direttamente il signor Egidio Maschio e nonostante ciò, la notizia del suicidio mi ha profondamente colpito. Si tratta di un imprenditore di successo, con una storia molto simile ad altri suoi colleghi che hanno fondato dal niente realtà importanti. Questo tipo di notizia potrebbe essere rubricata nella categoria dei “suicidi da crisi”, che qui nel Veneto hanno avuto, soprattutto nel 2014, un tragico andamento con un numero maggiore di vittime rispetto ad ogni altra parte d’Italia. Uscendo dall’aspetto statistico, la considerazione che voglio fare è che l’imprenditore è drammaticamente solo nel suo esistere, nonostante , nel caso specifico, fosse attorniato da famigliari-colleghi, manager ed ottimi professionisti. Per sapere o capire la vera motivazione ci vorrà del tempo, ammesso che possa essere diffusa. Comunque interpretarla come una perdita di potere in vista del passaggio generazionale definitivo, ovvero una carenza di cultura (strategica) o, semplicemente un cattivo rapporto con gli enti finanziatori (poco credibile per una personalità così forte) sono supposizioni ragionevoli, ma non verificabili. Resta da registrare l’amara constatazione della grande difficoltà di “fare impresa” in Italia, a prescindere dai meriti. Ai successori rimane, anzitempo, la sfida che questo gruppo, così legato al territorio, ma diffuso a livello internazionale, possa sopravvivere ad uno dei suoi fondatori ed ulteriormente svilupparsi.
    Pierluigi Riello – dottore commercialista in Padova

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  2. Credo che si sappia poco sia del caso umano sia della situazione aziendale per trarre conclusioni e insegnamenti definitivi sulla vicenda. Personalmente, tuttavia, condivido l'affermazione che manca una cultura di impresa adeguata a mantenere vive e vitali le aziende del Nordest e, in particolare, del Veneto. La competenza tecnica (che ha consentito la realizzazione di prodotti eccellenti in quasi tutti i settori) troppo spesso non si accompagna a conoscenze di finanza, di marketing, di organizzazione, mentre va a braccetto con la determinazione a non perdere il controllo dell'azienda o a non rinunciare neppure a una percentuale di essa. Su questo si innesta l'incapacità del sistema bancario di oltrepassare vecchi schemi di valutazione, che basano la concessione del credito sulla capienza del patrimonio aziendale o della proprietà, senza considerare le reali prospettive di sviluppo dell'azienda e la capacità di ripagare i finanziamenti, che spesso sono concessi in forme inadeguate perché non correlate al fabbisogno finanziario specifico.
    Roberto Frigo - Padova

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