di
Francesco Zanotti
Stamattina sulla prima pagina del Sole 24 Ore
Fabrizio Galimberti cerca di capire come rilanciare una domanda che langue. E
la sua risposta è: fare in modo che la gente abbia in tasca più soldi.
Mi sembra una soluzione conservatrice. Che rischia
addirittura di allargare ancora di più il gap tra finanza ed economia reale.
Proviamo a guardare da un'altra parte, allora.
La domanda è fredda perché i prodotti offerti
interessano sempre di meno. Tanto è vero che alcuni prodotti vanno alla grande,
anche se i soldi in tasca alla gente sono pochi. Detto diversamente: se i prodotti
interessano, si fanno anche sacrifici per acquistarli. Se qualcuno si ricorda i
tempi del nostro Boom economico, compravamo la Cinquecento (e tanti altri
prodotti) non perché eravamo ricchi. Ma perché facevamo sacrifici per
comprarli. E facevamo sacrifici perché questi prodotti erano “profetici”: erano
Segni di una nuova società. Comprandoli si entrava in una nuova società.
Il Boom economico, poi, ci ha fatto diventare
ricchi (e lo dimostra la quantità di risparmio degli italiani). Ma siamo
diventati ricchi perché i nostri imprenditori hanno immaginato prodotti
profetici.
Vogliamo rilanciare la domanda? Chiediamo agli
imprenditori di tornare ad essere profetici.
Ma la finanza che c’entra? C’entra perché se
date più soldi alla gente, ma non ci sono prodotti interessanti, questi
finiranno nel risparmio. E che c’è di male? Che il risparmio cadrà nelle mani
di finanzieri che non sanno cosa significhi investire nell’economia reale. Non
sono banditi, sono solo sciocchi. Ed useranno i risparmi per gonfiare l’economia
di carta. Invece di prodotti profetici avremo mucchi di carte che se qualche Banca
Centrale non provvede a comprare avranno solo il valore della carta su cui sono
scritti. Poiché non sono più scritti neanche sulla carta, neanche quel valore
avranno.
Coraggio imprenditori, tornate a fare i profeti
altrimenti dalla crisi non ne usciamo.
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