di
Francesco Zanotti
L’8 febbraio scorso avevo pubblicato una lettera aperta a Daniele Manca per
sostenere che non era poi così certo che le aggregazioni bancarie fossero
positive.
Il Dott. Manca aveva cortesemente risposto su questo blog.
Ora riprendo il tema a seguito di un articolo apparso sul The New York
Times del 16 febbraio.
In questo articolo si propone l’opinione di Neel Kashkari nel suo primo
discorso pubblico come Presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis.
Mr. Kashkari, che aveva servito come senior Tresaury Department official
durante le Amministrazioni di Bush e Obama, dichiara esplicitamente che l’unico
modo per evitare altre e future crisi sistemiche è quello di “spezzettare tutte
le banche che hanno raggiunto la condizione di “Too big to fail”.
Mr. Kashkari paragona il problema a quello delle centrali nucleari: non si
può correre nessun rischio in questi impianti. Lo stesso deve accadere per le
banche: non possiamo correre alcun rischio che esse possano fallire.
Ovviamente il giornalista riporta opinioni anche contrarie a quella di Mr.
Kashkari.
Nel mio precedente post ho proposto altre ragioni per contestare la
nuova ondata di fusioni. E l’opinione autorevole di Mr.Kashkari conforta la mia
tesi.
Ma l’obiettivo del post non è quello di dimostrare che ho ragione.
E’ quello di dire: guardare che lo spacciare per strada inevitabile, per
rilanciare il nostro sistema bancario, una nuova ondata di fusioni è almeno, superficiale.
Il mio obiettivo è quello di avviare un necessario e serio dibattito perché
credere che una nuova ondata di fusioni possa risolvere tutti i problemi
delle banche rischia di creare un rilevante danno sociale.
Chi accetterà mai di affrontare un simile dibattito? La mia speranza è che
la stampa libera e competente si faccia carico di avviare questo dibattito.
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