di
Francesco Zanotti
Ieri Mario Draghi ha riproposto il binomio: meno
tasse, più investimenti. Credo sia un binomio, così come è stato esposto,
nefasto. E spiego il perché.
Cominciamo dagli investimenti. Non è che gli
investimenti siano negativi di per sé. Lo diventano quando li assolutizza. Intendo
dire: il richiamo agli investimenti è negativo se non ci si chiede quali investimenti. Non vanno bene tutti. Ad
esempio, vi sono investimenti che non fanno che aumentare debiti e, in seguito,
sofferenze. Sono gli investimenti in capacità produttiva in imprese i cui prodotti
interessano sempre meno. Andrebbe bene un investimento in capacità produttiva
per imprese come la Ferrari. Ma, guarda caso, li fa con il contagocce.
Non sono andati bene gli investimenti “delocalizzativi”
per imprese che hanno cercato una pura riduzione dei costi.
In sintesi, vanno bene certo gli investimenti,
ma se hanno un senso strategico che non può essere quello di seguire le mode,
come fanno la maggior parte delle imprese. Anche quelle grandi come le banche
con la loro insensata mania di diventare grandi.
Arriviamo
alle tasse. Anche qui, non è negativo in assoluto
abbassare le tasse. Lo è quando diventa un assecondare le imprese nel considerare
sempre più e soltanto i costi. Li si spinge ancora di più a considerare solo e
soltanto i costi. E a cercare tutte le scappatoie per continuare a produrre
cose che non interessano più.
Io credo che occorra aumentare il gettito fiscale,
ma abbassare le aliquote. Per ottenere questa magia occorre che le imprese “guadagnino”
molto di più. Domanda: lo Stato incassa di più seviziando imprese che non
riescono a pagare gli stipendi o agendo perché esistano moltissime imprese “Ferrari
o Apple like” che producono molti utili?
Ma cosa dovrebbe fare lo Stato per fare emergere
imprese “Ferrari o Apple like”? La nostra proposta è apparsa in mille forme in
questo blog.
Nessun commento:
Posta un commento