di
Cesare Sacerdoti
c.sacerdoti@cse-crescendo.com
In un’intervista pubblicata ieri su
Linkiesta,http://www.linkiesta.it/it/article/2016/08/17/crescita-zero-falso-problema-il-guaio-dellitalia-sono-le-banche/31489/, l’economista Tommaso Monacelli afferma, tra l’altro,: “Nel
quadro di strettissimi margini di flessibilità che il governo si vuole prendere,
dare più soldi ai pensionati o ridurre dei costi del lavoro non farebbe nessuna
differenza. Scelga a caso lei una delle misure, metta in un’urna tante palline
e ne prenda una. Non farebbe alcuna differenza”.
Non si può che essere d’accordo: le soluzioni
per uscire dalla crisi che ci vengono proposte dalle varie parti sociali non
sono che un togliere da una parte per mettere dall’altra. E questo vale spesso
anche nei piani di risanamento delle Società.
Ma così non si genera sviluppo
complessivo: tutt’al più si migliora la condizione della parte beneficiata, ma
a spese di qualcun altro.
L’unica soluzione, a nostro avviso, è
quella di generare vero sviluppo, aiutando le imprese (in senso lato) a
generare nuovi piani industriali, con nuovi prodotti-servizi che creino nuovi
mercati, non ancora esplorati o almeno non così affollati per cui si debba
entrare nella fatale logica della competitività.
Monacelli punta il dito contro le banche affermando che “L’inefficienza del
mercato del credito sia un problema di 20-25 anni dell’Italia” e,
continua “Non è sorprendente che un sistema bancario così inefficiente, quando
arriva una recessione forte, accumuli un problema di Non performing loans tanto grave. Il problema degli Npl italiani, che è la causa fondamentale
del perché l’Italia va così male da sette-otto anni, non è dovuto tanto alla
recessione forte, ma al fatto che la recessione forte ha colpito un sistema
bancario già fortemente inefficiente.”
Ma, secondo noi, la soluzione non va trovata nella riforma della
contrattazione del lavoro: anche in questo caso si tratterebbe di porre le basi
di un vantaggio per qualcuno (le banche e come ricaduta il sistema industriale)
a scapito di altri (i lavoratori).
Aiutiamo, invece, le banche a essere motore di sviluppo delle aziende
clienti, mettendosi al loro fianco nella creazione di nuovi piani industriali e
supportandole con nuovi modelli di Business Plan.
In questo senso noi
abbiamo proposto “Un cammino di sviluppo imprenditoriale del sistema bancario” scaricabile
da questi blog.
Solo così,
riteniamo, si può uscire dalla crisi e generare un nuovo sviluppo del sistema
Paese, senza penalizzare nessuna parte sociale
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