di
Francesco Zanotti
Oggi sul Corriere Dario
Di Vico propone l’immagine di un sistema industriale incapace di muoversi a
causa della nebbia che ne ottenebra la vista. La nebbia è costituita dall’incertezza
sul futuro del governo e del quadro geo-politico internazionale.
Ora, volendo continuare
ad usare la metafora della nebbia, occorrerebbe citare anche altre “fonti di
nebbia”: la esplosiva situazione esistenziale e sociale, la crisi delle
conoscenze tipiche della società industriale e delle sue modalità di governo
(dal management alla democrazia rappresentativa), il dramma della Natura.
Ma, proprio perché occorrerebbe
aggiungere molta altra nebbia, è la metafora della nebbia ad essere sbagliata.
Tutte le nebbie che sono
generate dall’invecchiare (del perdere di senso) della società industriale. In
particolare del cuore della società industriale: l’impresa manifatturiera e la
cultura tipica della società industriale, quella della fisica classica.
Infatti, innanzitutto,
i prodotti delle imprese manifatturiere interessano sempre meno. Questo comporta
un aumento della competizione, quindi una perdita di capacità di generare cassa.
E la necessità di sfruttare sempre di più le persone. Le strategia competitive
non fanno che inasprire il circolo vizioso precedentemente descritto. Ancora: le
materie prime di cui sono costituite e le modalità produttive, di imballaggio e
di trasporto sono sempre meno compatibili con l’ambiente naturale.
Più in generale, le
modalità di governo rigidamente direttive rendono controproducente allargare l’attuale
modello dell’impresa privatistica alla gestione di infrastrutture e risparmio,
rendono impossibile valorizzare l’emergere di nuovi attori sociali, politici e
istituzionali e di nuovi popoli, rendono inevitabile lo scatenarsi di conflitti
a tutti i livelli.
Se tutto questo è
vero, allora la soluzione può essere solo quella di una nuova progettualità imprenditoriale
alta e forte che cerca non sono innovazione tecnologica, ma innovazione antropologica:
prodotti che diventano simbolo di una nuova società desiderabile come è stato
dei prodotti tipici del boom economico. Ad essa si deve aggiungere una nuova
progettualità sociale, politica, istituzionale e culturale.
Concludendo con una battuta,
se le nebbie non fossero l’alito stantio di imprese che stanno perdendo di
senso, allora dovrebbe esserci qualche dio minore che ce le soffia addosso. Ma in
questo caso l’unica soluzione potrebbe essere solo la supplica: che la smetta.
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