"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

sabato 20 agosto 2016

Diminuire la spesa pubblica significa diminuire il PIL

di
Francesco Zanotti

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Sembra che per crescere sia necessario ridurre la spesa pubblica. La ragione è che vi sono risorse per gli investimenti.
Forse è vero, ma occorre ricordare che la spesa pubblica fa parte del PIL. Aumentare la spesa pubblica fa immediatamente diminuire il PIL. Al contrario, aumentare la spesa pubblica fa aumentare il PIL.
Oggi sul Sole 24 Ore Marco Fortis ricorda questa verità e confrontando gli aumenti di PIL dei Paesi che sono cresciuti più dell’Italia. Bene, il differenziale di incremento è dovuto solo ad un incremento della spesa pubblica e non dell’attività economica. Lo dico più esplicitamente: sono cresciuti di più solo perché hanno speso di più.
Riporto i dati di Fortis.
Se si considera l’aumento del PIL dal quarto trimestre del 2014 (fino ai dati più recenti disponibili: secondo trimestre 2016) e lo si depura dalla spesa pubblica, si ottiene che nel periodo considerato è accaduto questo: Spagna + 3,4%, Francia 1,53%, Austria +1,43%,  Olanda e Italia 1,37%, Germania 1,36%, Portogallo 1,22% .
Salvo la Spagna, poi siamo cresciuti come gli altri. Anche un pelo più della Germania.
Il problema è che, come ho cercato di spiegare nel 2014
la ripresa di questa economia è impossibile.
Per riavviare un nuovo cammino di sviluppo è necessario fare emergere una nuova economia ed una nuova società. E’ facile parlare di investimenti. Occorre dire in cosa. Se si investe per migliorare l’attuale economia e per farlo si abbassa la spesa pubblica, si deprime il PIL sul breve, e non si costruisce alcuno sviluppo sul lungo.
Come far emergere una nuova economia ed una nuova società? Come ripetiamo da lungo tempo, è necessario distribuire alle classi dirigenti nuove risorse cognitive.


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