di
Francesco Zanotti
Oggi tutti giornali
esaltano la FIAT. La sua fusione con Chrysler è stata una operazione
industriale non finanziaria. E declinano … Ora la FIAT serve il mercato
globale, produce globalmente, si riposiziona nella fascia alta del mercato,
aumenta l’efficienza produttiva …
Tutto bene? Forse
salvo due domande.
La prima: e se a me non interessasse più l’auto
come mezzo di trasporto individuale? Se non interessasse anche ad un numero
rilevante di altre persone? Cioè: immaginate che gli acquisti di auto complessivi
di auto diminuiscano ed appaiano altre modalità di trasporto individuale. Cosa accadrebbe
non solo alla FIAT, ma a tutti i produttori di auto che rimangono convinti che
il mercato debba crescere continuamente?
La seconda domanda. Cosa accadrebbe se qualche concorrente di FIAT decidesse
di abbandonare l’organizzazione del lavoro attuale che viene giudicata il
meglio, tanto da definirla “World Class Manufacturing” ed usasse la attuali
conoscenze scientifica, psicologiche,
sociologiche ed antropologiche per sviluppare una nuova modalità di governo
delle organizzazioni che potesse anche costruire e diffondere una nuova
filosofia del trasporto individuale?
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