di
Francesco Zanotti
Con tutto il rispetto, credo che il Prof. Quadrio Curzio rappresenti la summa delle idee che presumiamo siano giuste, ma che sono distruttive.
Oggi sul Sole
ripropone la tesi che è necessario far arrivare la liquidità esistente alle
imprese per investimenti.
Cosa c’è di sbagliato?
Che, prima, occorre che le imprese progettino quali investimenti e come
aumenterà la capacità di generare cassa grazie ad essi. E’ questo che manca,
non i soldi. Di soldi se ne trovano in abbondanza anche senza gli interventi
della BCE, della BEI e della “famigerata” Cassa Depositi e Prestiti che viene
tirata in ballo ad ogni piè sospinto.
Sono i progetti che
mancano. Meglio: ci sono solo progetti “di sopravvivenza”. Del tipo: datemi i
soldi che, prima o poi, la crisi passerà. Come continuiamo a ripetere (ma il
messaggio è sempre nuovo perché nessuno lo ascolta), quello che manca sono
progetti di rivoluzione strategica delle imprese. Che descrivano come
rivoluzionare sistemi d’offerta ed organizzazione in modo da aumentare in tempi
brevi la capacità di generare cassa delle imprese.
Ma forse sbaglio a
personalizzare il discorso. Non è il prof. Quadrio Curzio il problema. Ma il
sistema delle risorse cognitive che utilizza: le conoscenze macro economiche
che non permettono di comprendere che lo sviluppo è nemico dell’equilibrio (quello
che cercano le teorie macro economiche) e nasce da processi emergenti. Cioè:
non permettono di capire che lo sviluppo è generato dalla progettualità dal
basso e non dalle riforme dall'alto. E, che per stimolare progettualità dal
basso occorre fornire risorse di conoscenza capaci di aumentare la capacità
progettuale delle nostre imprese. I soldi verranno dopo. E quelli che si
possono trovare sono (ed è giusto che sia così) strettamente proporzionali alla
qualità dei Business Plan dell’impresa.
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