di
Francesco Zanotti
Da pochi giorni è uscito un Rapporto OCSE (di difficile reperimento, invero) che fotografa la situazione del sistema delle PMI italiano attraverso tre metafore.
Le imprese “gazzelle”. Imprese che operano in
nicchie ad alto valore aggiunto.
I “naufraghi della crisi”. Imprese che
hanno poche probabilità di superare la presente “transizione”.
Le imprese “disorientate”.
Che dovranno diventare gazzelle o naufragheranno anch’esse.
Purtroppo il rapporto
OCSE non dà percentuali.
Noi pensiamo che le
imprese disorientate da molto tempo siano la grande maggioranza. E sono sempre
di più quelle che rischiano di naufragare.
Che fare?
L’OCSE propende per le
riforme.
Noi pensiamo che non c’è il tempo per attendere le riforme. E, poi, non si capisce perché imprese che
non hanno più una loro autonomia di mercato possano ricostruirla attraverso riforme che
sono tanto lontane da loro quanto la macroeconomia è lontana dalle dimensioni e dalle
ragioni dei loro scambi.
Noi pensiamo che
occorra rilanciare la progettualità delle imprese. E lo si può fare solo fornendo loro
risorse cognitive.
Ma nessuno pensa a
rilanciare progettualità. Né il Governo, né la finanza.
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