di
Francesco Zanotti
Ogni titolo che viene
scambiato nei mercati finanziari ha un sottostante che il titolo stesso
rappresenta. Nei casi di coloro che emettono e scambiano titoli relativi alle
imprese il sottostante è costituito dalle imprese stesse.
Come ragiona un finanziare?
Cerca di accertarsi che il sottostante sia “buono”: cerca di prendere in
considerazione imprese “buone”. E relativamente a queste imprese costruisce
titoli. Il suo interesse principale è la costruzione e la commercializzazione
successiva del titolo. Implicitamente ipotizza che una impresa buona non possa
diventare cattiva. Cioè ipotizza che il sottostante non possa degenerare. Dopo
tutto: costruendo “futures”, mica si ipotizza, che ne so, che l’alluminio possa
deteriorarsi. Dimostra questa tesi anche il prevalere della analisi tecnica
(che riguarda la storia di scambio del titolo) sull'analisi fondamentale che si
dovrebbe occupare del sottostante.
Ora, dopo tutto al
finanziere interessa che le imprese siano buone nel futuro. Ma le imprese che
saranno buone nel futuro non sono quelle che sono buone oggi, ma coloro che
attueranno una rivoluzione strategica. Allora il finanziare dovrebbe essere
interessato alla strategia futura dell’impresa. Purtroppo non ha le risorse
cognitive per farlo … Purtroppo per l’economia e tutti noi.
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