di
Francesco Zanotti
“Nuova
ILVA con i fondi di Cdp”, titola oggi il Corriere nelle pagine dell’economia.
E’ da
anni che tutti si fanno una domanda: chi compra? E’ da anni che tutti, in
silenzio, sanno qual è la risposta inevitabile: pagheremo noi cittadini. Pagheremo
i debiti dell’ILVA perché qualcuno poi possa comprare gli asset significativi.
Il
problema è che questa operazione, pudicamente definita “ponte” verso la
cessione ai privati, viene fatta senza uno straccio di Progetto Strategico. L’ipotesi
è che una azienda che produce acciaio sia un istituzione destinata a non
cambiare nei secoli. Quindi un Progetto Strategico è inutile. Servono solo
progetti operativi per mettere in condizioni questa istituzione di funzionare
bene.
Si tratta
di una ipotesi sostanzialmente stupida che genera solo costi crescenti per la collettività.
Infatti, si cerca di evitare fino all'ultimo di far intervenire lo Stato,
lasciando deteriorare la situazione industriale, occupazione, sociale e
ambientale. Così quando si deciderà, per forza di grane, sarà un decisione al
ribasso (come risultato) e al rialzo come costi.
Un Progetto
Strategico sarebbe stata la prima cosa che avrebbe dovuto fare Gnudi, ma se ne
è ben guardato. Sposando la perdente
ideologia che, prima si sistemano i guai, poi si pensa al futuro. Mentre
cercare di occuparsi dei guai senza un Progetto di Futuro, è proprio quella
strategia che peggiora i guai. Come correre a tappare i buchi che si aprono in
una diga, non riuscendoci, ovviamente, e rimanendo poi travolti
(economicamente, noi cittadini) dal crollo complessivo della diga.
Doverosamente,
ho scritto tutte queste cose a Gnudi con cui ho avuto modo di lavorare, sia pur
brevemente, nel passato. Ma, come tutti immagineranno, non ho ricevuto risposta.
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