"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

martedì 16 dicembre 2014

Consumi o investimenti? Oppure risorse cognitive?

di
Francesco Zanotti


Oggi sul Sole 24 Ore Daniel Gross sostiene che sia necessario rilanciare i consumi prima degli investimenti. E cita i casi di Gran Bretagna e USA.
Forse ha ragione, ma …
Come si fa a rilanciare i consumi? Prima di tutto occorre cambiargli nome! L’ho già scritto altre volte, ma qui una ripetizione non sta male. La parola consumo è adatta a beni come la mortadella. Ma non va già per nulla bene per oggetti come, che so, una lavatrice. Proviamo a parlare di acquisti, più in generale.
Cambiando nome, si aprono mille spiragli. Se parlo di consumi, sono portato a pensare che sia evidente cosa la gente desidera consumare. E si pensa ai prodotti che soddisfano esigenze igieniche: quelle cose che garantiscono al sopravvivenza. E si sa quali sono.
Se comincio a parlare di acquisti, è più facile porsi la domanda: ma quali acquisti? E ponendosi questa domanda si arriva al cuore del problema. Consiste banalmente nel fatto che la gente compra meno perché considera sempre meno interessanti i prodotti e i servizi offerti. Insomma: stiamo vivendo soprattutto una crisi di noia! Lo dimostra il fatto che i prodotti altamente desiderati (vedi gli smartphone) non hanno una “crisi di acquisto”.
Allora la soluzione della crisi sta solo nella progettazione di nuovi prodotti e servizi. Ed appare una seconda ragione per la quale ho voluto proporre un cambiamento di nomi: acquisti invece di consumi. E’ cambiando linguaggio (più in generale: le risorse cognitive di riferimento) che si possono vedere e progettare nuovi mondi, nuovi prodotti e nuovi servizi.

Allora, prima di pensare a consumi (pardon: acquisti) e investimenti forniamo ai nostri imprenditori e fornitori di risorse finanziarie (che ne hanno più bisogno degli imprenditori) nuove risorse cognitive che permetteranno loro di vedere e progettare la rivoluzione strategica delle loro imprese. 
Mi riferisco, come i nostri lettori sanno, alle conoscenze ed alle metodologie di strategia d’impresa. 

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