di
Francesco Zanotti
Oggi sul Sole 24 Ore Daniel Gross sostiene che sia necessario rilanciare i consumi prima degli investimenti. E cita i casi di Gran Bretagna e USA.
Forse
ha ragione, ma …
Come
si fa a rilanciare i consumi? Prima di tutto occorre cambiargli nome! L’ho già
scritto altre volte, ma qui una ripetizione non sta male. La parola consumo è
adatta a beni come la mortadella. Ma non va già per nulla bene per oggetti come,
che so, una lavatrice. Proviamo a parlare di acquisti, più in generale.
Cambiando
nome, si aprono mille spiragli. Se parlo di consumi, sono portato a pensare che
sia evidente cosa la gente desidera consumare. E si pensa ai prodotti che
soddisfano esigenze igieniche: quelle cose che garantiscono al sopravvivenza. E
si sa quali sono.
Se
comincio a parlare di acquisti, è più facile porsi la domanda: ma quali acquisti?
E ponendosi questa domanda si arriva al cuore del problema. Consiste banalmente
nel fatto che la gente compra meno perché considera sempre meno interessanti i
prodotti e i servizi offerti. Insomma: stiamo vivendo soprattutto una crisi di
noia! Lo dimostra il fatto che i prodotti altamente desiderati (vedi gli
smartphone) non hanno una “crisi di acquisto”.
Allora
la soluzione della crisi sta solo nella progettazione di nuovi prodotti e
servizi. Ed appare una seconda ragione per la quale ho voluto proporre un
cambiamento di nomi: acquisti invece di consumi. E’ cambiando linguaggio (più
in generale: le risorse cognitive di riferimento) che si possono vedere e
progettare nuovi mondi, nuovi prodotti e nuovi servizi.
Allora,
prima di pensare a consumi (pardon: acquisti) e investimenti forniamo ai nostri
imprenditori e fornitori di risorse finanziarie (che ne hanno più bisogno degli
imprenditori) nuove risorse cognitive che permetteranno loro di vedere e
progettare la rivoluzione strategica delle loro imprese.
Mi riferisco, come i
nostri lettori sanno, alle conoscenze ed alle metodologie di strategia d’impresa.
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