di
Luciano Martinoli
I mercati finanziari, sia da questa che dall'altra sponda dell'Atlantico, sembrano essere sempre più sensibili alle "dichiarazioni" di politici ed esponenti di quelle istituzioni sistemiche che potrebbero, con il loro agire, determinare il corso dell'economia.
Ma è davvero così?
I timori, e le speranze, degli investitori hanno un fondamento?
Per comprendere, non per giustificare, l'agire degli investitori consentitemi un paragone.
Siete su un treno, di notte, verso una destinazione non meglio precisata. Il viaggio potrebbe portarvi in luoghi magnifici, località orrende o terminare bruscamente a causa di un incidente (deragliamento, crollo di un ponte, attentato sulla linea o a bordo, ecc.). Il vostro unico vantaggio è la possibilità di lasciare "a volo" il treno con l'unico costo di perdere parte dei bagagli che erano con voi (e altrettanta possibilità vi è di montare su un altro treno in corsa).
Siete su un treno, di notte, verso una destinazione non meglio precisata. Il viaggio potrebbe portarvi in luoghi magnifici, località orrende o terminare bruscamente a causa di un incidente (deragliamento, crollo di un ponte, attentato sulla linea o a bordo, ecc.). Il vostro unico vantaggio è la possibilità di lasciare "a volo" il treno con l'unico costo di perdere parte dei bagagli che erano con voi (e altrettanta possibilità vi è di montare su un altro treno in corsa).
Come vi comportate?
Immagino sarete attenti a qualsiasi indicazione riguardo il treno su cui siete saliti. Ascolterete la radio, o userete Internet, per captare qualsiasi informazione aggiuntiva da fonti che hanno titolo: i gestori delle ferrovie, il ministero trasporti, il bollettino meteo o la cronaca nera delle zone che dovrete attraversare, ecc. Addirittura sarete sensibili ai pettegolezzi di altri viaggiatori che saranno tanto più credibili quanto più numerose e ricorrenti saranno tali chiacchiere. Al minimo accenno di un potenziale pericolo sarete certamente pronti a saltar giù dal treno, anche a costo di perdere parte del bagaglio.
Ovviamente, dovendo voi viaggiare, sarete propensi a saltare su qualsiasi altro treno che le stesse fonti informative diano per buono e sicuro.
Si può immaginare un rimedio a questo comportamento schizofrenico?
Certo che sì, basterebbe un chiaro, dettagliato e sempre aggiornato "programma di viaggio" del capotreno che consentisse di fare delle scelte oculate e appropriate ai propri fabbisogni di spostamento.
Adesso considerate gli investitori come i viaggiatori e le aziende, rappresentate dai loro titoli di equity e debito, come i treni. Non c'è da meravigliarsi che in assenza totale di informazioni utili, un vuoto assoluto di progetti concreti e non burocratici, dichiarazioni di Draghi (vedere sul sole24ore le sue recenti affermazioni), per l'Europa, Yellen, per gli USA, ma anche Kuroda per il Giappone e tanti altri abbiano così tanto effetto sui movimenti dei mercati sopratutto corporate. Per le aziende senza progetti, o che fanno pubbliche dichiarazioni di dipendenza totale dall'ambiente (come nel caso delle banche), è l'ambiente che può cambiare i loro destini e, dunque, e da qui che si traggono le migliori (o meno peggio) informazioni se saltar giù dal treno per tempo (o, viceversa, saltar su).
Vi è alternativa a tutto questo?
Certo che sì: pubblicare periodicamente precisi, aggiornati e circostanziati "programmi di viaggi" (ovvero Business Plan) che consentano agli investitori di fare le loro valutazioni e di minimizzare le incertezze dall'ambiente. Pensate ai recenti avvenimenti di Nintendo, che con azioni concrete ha mostrato la direzione che percorrerà (nostro post precedente) e al riscontro che ha avuto dal mercato.
Oppure leggete della visione, della capacità imprenditoriale, del coraggio (se mi è consentito, e scusato, aggiungerei "delle palle") avute da CEO come Bertolini di Aetna, una compagnia di assicurazioni, il quale, qualche anno fa, illustrando un'articolata strategia di trasformazione dell'azienda, con investimenti in miliardi di dollari, da compagnia assicuratrice ad azienda nel settore della sanità, in risposta ai brontolii degli investitori dichiarò: "se non vi piace la nostra strategia liberatevi delle nostre azioni". Molti lo fecero ma molti di più li rimpiazzarono credendo nella strategia a lungo termine.
Non si può piacere a tutti, ma se si ha il coraggio di prendere una direzione, percorrerla e mantenerla aggiornata, qualcuno a cui si piace senz'altro si troverà.
Dunque quando tutti i CEO e gli Amministratori Delegati avranno questa capacità, i mercati non saranno più volatili e baderanno molto di più ai Business Plan che non alle chiacchiere e alle dichiarazioni dei governatori, politici, chiromanti, ecc..
Vedete all'orizzonte qualcuno di questi CEO?
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