di
Francesco Zanotti
Davvero lo diciamo da anni,
ma è difficile da accettare: non si sa cosa fare. Occorrerebbe parlare di cose
di cui non si sa o non si vuole parlare …
L’altro ieri (7 settembre, a
firma Marco Valsania) il Sole 24 Ore parlava di noia: Apple non stupisce più, ma
annoia. Oggi, però, commentando un grido di dolore della grande distribuzione “Consumi
che non vedono la ripresa”, non riesce a leggere il problema in termini di
noia. Si appiattisce sulle cause “viste” dalla grande distribuzione e non si
accorge che si tratta solo di cause secondarie. Il vero problema (e basta leggere
il Sole di ieri per averne una conferma) è davvero la noia: i prodotti tipici
della società industriale interessano sempre meno. Hanno una funzione
banalmente strumentale. E se ne comprano meno. Sono sempre meno le persone che
hanno decine di paia di scarpe costosissime. Si compra quello che serve perché o
non interessa più apparire o, per apparire, si scelgono altre vie che non siano
l’acquistare e lo sfoggiare prodotti. E, così, di prodotti ne servono sempre
meno.
Come abbiamo detto, però, si
tratta di una conclusione che spaventa, disorienta. Rende insignificanti parole
come “competitività”, “produttività”, aiuti alle imprese, stimoli fiscali.
Si scopre che queste sono strategia
che servono solo a puntellare l’economia attuale, ma oggi occorre riprogettarne
una nuova. E per riuscirci occorre usare un insieme di risorse cognitive che
oggi non sono nella disponibilità delle classi dirigenti. Mi riferisco alle
conoscenze ed alle metodologie di strategia d’impresa.
Precondizione per lo
sviluppo: amici, mettiamoci a studiare. Per non trascinare tutti nel baratro di
una crisi ben più grave di quella attuale.
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