di
Francesco Zanotti
Una volta si diceva che un’impresa è un sistema
socio-tecnico. Quando si parla di Industry 4.0 si parla della dimensione
tecnica, ma e quella “socio”? Oramai dovrebbe essere chiaro che è la dimensione
prevalente: sono le persone che, attraverso le loro risorse cognitive “progettano”
e “usano” le macchine …
Se oggi leggete Il
Sole 24 ORE, scoprirete che in fondo all’articolo di Paolo Bricco (pur l’unico a
parlarne tra tutti coloro che ne hanno scritto sul Sole 24 ORE e sul Corriere,
anche perché di questo tema il Governo non ha fatto cenno) si ammette che la
fabbrica, però, ha un’anima. Che essa è costituita dalle persone. E come si
gestisce quest’anima? La risposta è: con il salario di produttività. Della serie:
usate bene le macchine che verrete pagati di più.
Io credo che vi sia una
completa sottovalutazione della dimensione “socio”. Se si prova ad esaminarla,
usando le conoscenze disponibili (ma perché non usarle), si scopre che l’impresa
è certamente un sistema tecnologico. Ma esso, non può che essere usato dalle
persone come ambiente (strumento) per costruire le loro relazioni.
Allora quando si cambia l’ambiente
tecnologico, ad esempio proprio quando lo si digitalizza, a meno che non si
costruisca un sistema completamente automatizzato, occorre cercare di capire
come questo cambiamento tecnologico impatta sul “socio”, sul sistema di
relazioni esistente.
Il rischio è che tutte le
potenzialità delle tecnologie vengano disperse. Della serie: un grande
miglioramento tecnologico, ma un grande peggioramento delle prestazioni
organizzative
Non occuparsi del “socio” è
almeno imprudente, visto i soldi che pensiamo di investire e le attese sul
ritorno. Proviamo, allora, ad immaginare quali conoscenze e metodologie servono
per occuparsi di un “socio” spesso capriccioso, qualche volta conflittuale, qualche
volta egoista, ma sempre vera fonte delle potenzialità di futuro? Non dimentichiamo
che le virgolette ai verbi “progettano”
e “usano” stanno ad indicare che il progettare non è calcolare e l’usare è non si
sa a che fini.
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