"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 2 settembre 2016

Banche: avanti con le aggregazioni... ma non troppo!

di
Luciano Martinoli


Sul sole24ore di oggi, a fronte di una ulteriore rappresentazione della penosa situazione in cui versa il settore bancario europeo, vi è un'analisi che evidenzia un paradosso.

In presenza di una situazione di mercato (tassi bassi, vincoli di capitali per i prestiti, sofferenze, economie immobile, ecc.) che suggerisce a tutti di agire solo sulla leva dei costi e, di conseguenza, a maggiori economie di scala, si profila, per le aziende più grandi il rischio di creare aziende "too big too fail", ovvero che la comunità non possa permettersi il lusso di farle fallire perchè creerebbero troppi danni all'economia generale.
Come evitare questo apparente paradosso?
Che il modo migliore di scongiurare il rischio del "too big too fail" sia quello di evitare che diventino too-big, anche a costo di fare spezzatino di quelle che hanno già raggiunto la massa critica, lo ha proposto nientepopodimeno che Neel Kashkari Presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis circa 7 mesi fa (vedere nostro post per approfondimenti).
Rimarrebbe però il tema di come ritornare a "far soldi con i soldi", considerando le mutate condizioni in cui oggi le banche sono costrette ad operare (e che certamente non cambieranno nel breve, prima fra tutte le regolamentazioni).

L'agire solo sui costi, come tutti sembrano fare e suggerire, ha un significato strategico molto chiaro: voler continuare a fare le stesse cose a meno. Ma fare le stesse cose sempre a meno innesta un circolo vizioso che porta alla morte di qualsiasi impresa. Dunque se quello che fai non ti fa guadagnare, cambia. 
La strada da intraprendere è allora quella di una profonda innovazione strategica del modo di fare banca o, usando il gergo corrente (e inappropriato) innovare i Business Model. Ma purtroppo ad oggi di Business Model innovativi non se ne vedono se si esclude la nostra proposta che a tutt'oggi è ancora una vox clamantis in deserto.

Insomma un dibattito vero su una nuova identità strategica della banca non è stato nemmeno iniziato. Si parla solo di nuovi modi di fare vecchia banca e i risultati... sono sotto gli occhi di tutti.

I costi sono generatori di ricavi. Se i ricavi non arrivano, diminuire i costi farà diminuire ancor di più anche quelli. Allora il problema non è tagliare costi ma progettare nuove tipologie o modalità di ricavi che per generarli avranno bisogno di nuove risorse (e dunque nuovi costi). In questo rinnovato esercizio di progettazione strategica (come da noi suggerito nel documento già citato), si scoprirebbe, ad esempio, che il maggior costo oggi sotto osservazione, quello del personale, sarebbe invece una risorsa preziosa ed utilissima per la "Nuova Banca".
Dunque vi è innanzitutto una necessità di cambiare prospettiva nel vedere i problemi del mondo bancario, perchè "quando un problema appare irrisolvibile, lo si sta guardando dalla parte sbagliata" 


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