di
Francesco Zanotti
Oppongo, alle tesi di
Carlo Bastasin sul Sole 24 Ore e di Dario Di Vico sul Corriere della Sera di oggi, altre tesi. Non me ne vogliano gli interessati per il
linguaggio diretto. Ovviamente discuto le idee e non le persone. Chissà se vorranno
discutere queste idee.
Il titolo (e la macrotesi) di
Carlo Bastasin sul Sole è “La lezione della crisi non è stata capita”. La mia controtesi:
certo, ma dagli economisti! Continuano ad imporre al sociale le conclusioni di
una “scienza” (l’economia) che ha fondamenta flebilissime. Accetta il Professore
un contradittorio sui fondamenti dell’economia?
Ma siamo più concreti.
Usando le “leggi dell’economia” il Professore sostiene che per salvarci occorre
aumentare la produttività. Ma, prima di tutto, non conosco (magari il Professore
me la indica e me ne descrive le verifiche sperimentali) una legge che lo
affermi. Poi: è facile far vedere che non ha senso. Siamo in un mondo che ha
bisogno di prodotti e sistemi produttivi radicalmente diversi per ragioni antropologiche
e ed ambientali. Cercare di produrre una maggior quantità degli oggetti (ma
anche, ad esempio, delle infrastrutture) che si producono oggi è dannoso.
La mia proposta
alternativa: oggi occorre far in modo che nascano in Italia almeno 50 imprese
che abbiano dimensioni e redditività della Apple. Impossibile? Sono necessari investimenti
colossali? No! Basta diffondere conoscenze avanzate di strategia d’impresa e di
sistemica. Non posso ovviamente dettagliare in questa sede. Ma l’ho fatto in
altri luoghi di questo blog. E posso farlo in qualunque sede mi si proponga.
Ed arriviamo a Dario Di Vico.
Le faccio il caso
della riforma del lavoro. Se si la si basasse sul concetto di Lavoratore
Progettuale tutti i contrasti si scioglierebbero come neve al sole. Questo
concetto deriva dall’insieme delle conoscenze strategico-organizzative. E’
disposto ad un dibattito pubblico su questo tema? Preciso e generalizzo il tema
del dibattito: la visione della crisi alla luce delle nuove conoscenze
strategiche, organizzative e sistemiche.
Prima o poi delle nuove
conoscenze economiche, strategiche, organizzative, sistemi, conoscenze che ho
posto alla base delle mie sfide in qualche modo si dovrà parlarne.
Altrimenti la situazione
si aggraverà e tutti noi ci arrabbieremo, come ha intuito recentemente Bersani.
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