"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

martedì 16 ottobre 2012

Discorsi perversi intorno al mercato dell’auto


di
Francesco Zanotti

Leggo sul Sole 24 Ore un discorso che a me suona perverso. Riguarda l’auto. L’autore (Gian Primo Quagliano) analizza il mercato dell’auto e osserva che le prospettive non sono rosee, soprattutto perché c’è la crisi. E poi continua con un discorso che diventa tanto più preciso quanto più diventa “specialistico” sull’attuale mercato dell’auto.
L’Autore considera la crisi esterna al mondo dell’auto. Una crisi che è piombata addosso inopinatamente a seri costruttori di auto disturbando le loro magnifiche sorti e progressive.
Sfugge all’autore una considerazione che a me sembra banale. La crisi che indubbiamente stiamo vivendo (e che sta peggiorando) sembra sia stata creata da alieni malvagi. E noi stiamo lì a cercare di difenderci (competitività e riforme) attendendo che passi.
La crisi che stiamo vivendo, invece, è frutto delle nostre scelte strategiche, sia nel piccolo che nel grande.
Se i costruttori dell’auto non vogliono accorgersi che il modo di intendere il trasporto individuale, rappresentato dal tipo di auto che vengono proposte oggi, ha fatto il suo tempo, un tempo che non tornerà più, allora sono tra i massimi costruttori della crisi economica.
Se, soprattutto la FIAT, insiste a mitizzare ed usare modelli organizzativi e produttivi che sono psicologicamente, sociologicamente, antropologicamente troppo primitivi, intrinsecamente generatori di conflitti e distruttori di empatia e cooperazione, allora la FIAT è tra i massimi costruttori della crisi sociale.
Ecco la perversione: chiamarsi fuori quando si è pesantemente dentro.
Per eliminare la perversione e costruire subito un nuovo futuro, dobbiamo riconoscere che il mercato dell’auto è in crisi per mancanza di visione e di risorse cognitive (competenze strategico-organizzative). Il mercato dell’auto si trasformerà quando i suoi manager, invece di continuare ad adottare modelli prometeici di gestione, proveranno ad accostarsi al nuovo mondo delle conoscenze strategico-organizzative che risuonano delle nuove conoscenze scientifiche e filosofiche.
Generalizzando, la crisi sarà superata quando le nostre classi dirigenti accetteranno di apprendere le nuove conoscenze strategiche, organizzative, scientifiche e filosofiche che permetterebbero loro di avere nuove visioni e attivare nuove progettualità.

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