di
Francesco Zanotti
Il Corriere della Sera di lunedì 12 novembre 2012 pubblica un articolo del Prof. Sartori che, pessimisticamente,
sostiene che, con le proposte per costruire sviluppo attualmente sul tavolo, il
problema della disoccupazione tenderà ad aggravarsi nei prossimi anni.
Sostiene, quindi, che servono nuove
proposte e chiede idee migliori …
Professore, esiste una strada di sviluppo
completamente nuova, immediatamente efficace e a investimenti bassissimi. Ma,
come dice il titolo, essa è del tutto irricevibile dall'attuale classe
dirigente.
Provo a dettagliarla brevemente, anche perché
nei nostri blog abbiamo proposto questa nuova via allo sviluppo in mille modi e
mille forme.
Stiamo vivendo dentro una vera e propria ecologia di crisi
che si manifesta in ogni “dimensione” della società industriale ed è generata
dalla sua perdita di senso.
Contemporaneamente, stanno emergendo, all'interno della
stessa società industriale, quasi infiniti Segni di Mondi Futuri possibili e il
desiderio di perseguirli. Solo per fare qualche esempio: il desiderio e la
necessità di un’intera generazione di nuovi prodotti, di nuove modalità di
produzione e di un nuovo patto con la Natura; nuovi materiali e nuove
tecnologie; un nuovo sistema finanziario ed un nuovo senso del fare impresa;
nuove città e nuovi modi di abitare, nuovi movimenti politici e sociali.
Purtroppo, le nostre classi dirigenti non riescono a vedere i
Segni dei Mondi Futuri possibili, leggono la crisi come “malfunzionamento”
della società industriale e cercano, quindi, di “aggiustarla”. Nella dimensione
finanziaria con nuove regole, nella dimensione economica con strategie di
competitività e nella dimensione politico-sociale con le riforme. Ma il cercare
di conservare il presente e rifiutare in blocco il desiderio di mondi futuri
possibili non può che accelerare, moltiplicare in intensità ed invasività, una
crisi da perdita si senso.
Che fare? La risposta riguarda gli “occhiali”.
L’intera nostra classe dirigente imprenditoriale, manageriale,
finanziaria, politica e istituzionale condivide un’unica visione del mondo: una
versione “povera” del riduzionismo della fisica classica. E’ questa visione del
mondo (questi occhiali) che sta a fondamento della società industriale, porta a
considerarla come l’unica possibile, impedisce di vedere i Segni dei potenziali
Mondi Futuri e lascia come unica strategia pensabile e possibile la
conservazione.
Per uscire dall'attuale opprimente ecologia di crisi, occorre,
allora, dotare le classi dirigenti
(ma anche noi tutti) di nuovi occhiali, di
una nuova visione del mondo. Essa sta emergendo, seppur ancora in forme
disperse, in tutte le scienze naturali ed umane. Forse l’archetipo di questa
nuova visione del mondo è la fisica quantistica. Occorre, però, accelerare
questo emergere spontaneo. In concreto: occorre raccogliere questi Segni di una
nuova visione del mondo possibile, costruirne una sintesi, diffonderla e
attivare, usandola come risorsa chiave, nuove progettualità sociali che
sappiano far emergere una nuova società. L’Expo
della Conoscenza è un Progetto per fare tutte queste cose. Esso è descritto
nella bozza di un libro che è scaricabile qui.
Ma basta diffondere nuova conoscenza per costruire un nuovo
sviluppo? La Storia dice di sì: il
Rinascimento è “emerso” perché si è buttata nella società medioevale la cultura
classica.
I frammenti della nuova visione del mondo emergente confermano.
Allora L’Expo della Conoscenza è la strategia attraverso la
quale sarà possibile generare un nuovo
Rinascimento per arrivare ad una nuova società.
Cercando di fare un esempio concreto: la strategia d’impresa. Usando due nuovi schemi cognitivi - la stessa
fisica quantistica e la teoria dei sistemi autopoietici-, è possibile sviluppare
una nuova metodologia di progettualità strategica che potrebbe essere usata da
banche ed imprenditori anche senza approfondirne le radici teoriche. Essa
potrebbe diventare la risorsa fondamentale per far emergere un radicalmente
nuovo sistema economico …
Ho finito … Caro Professore, vede che si tratta di una
proposta “folle”? La classe dirigente attuale non è neppure in grado di
discuterla. Essa, però, sta emergendo dal basso in mille interstizi della società
industriale. Dobbiamo fare in modo che questo emergere diventi sempre più
veloce. Noi siamo impegnati sia a realizzare l’Expo della Conoscenza sia a
diffondere le nuove conoscenze e metodologie di strategia d’impresa.
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