di
Francesco Zanotti
Su Plus24 (Sole 24 Ore) a pag. 3 leggo
una auto pubblicità ad un prossimo volumetto, allegato allo stesso Sole 24 Ore,
dal titolo “Analisi di bilancio”.
Cosa dice lo spottino? Che (cito
letteralmente, quindi non mi fate carico di imprecisioni e italiano
problematico) “Torna a contare … la competitività strategica loro mercati reali
di beni e di servizi; la loro capacità di concepire, studiare e vendere buoni
prodotti in concorrenza con altre aziende …” e tornano a contare, sostiene
ancora lo spottino, molte altre cose che hanno a che fare con le dimensioni
qualitative e future dell’attività di impresa. E fin qui, nulla da eccepire. E’
la conclusione che è sorprendete: poiché occorre fare attenzione alle dimensioni
strategiche (che sono qualitative e rivolte al futuro) allora servono gli indici di bilancio.
Beh … ma è poco sensato. Il bilancio
parla di dati quantitativi e di passato. Cioè dell’esatto contrario del futuro
e del qualitativo.
Io credo che certamente le analisi di
bilancio servono, ma solo per comprendere da dove sta partendo il futuro dell’impresa.
Per parlare dell’impegno verso il futuro (che è da progettare) occorrono
conoscenze e metodologie di strategia d’impresa. Esse sono state sviluppate
apposta per analizzare strategicamente il presente e progettare il futuro. Sono
i linguaggi per parlare strategicamente del presente e del futuro.
Purtroppo queste metodologie, queste
competenze, questi linguaggi sembrano sconosciuti.
Come pensiamo che potrà accadere un
futuro diverso dal presente se non disponiamo del linguaggio per parlarne? Se usiamo
linguaggi che spostano la nostra attenzione sul passato?
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