di
Francesco Zanotti
Dario Di Vico conclude oggi il suo articolo (che
tratta del caso ILVA) sul Corriere di oggi con la seguente frase “ …
magistrature ed economia devono imparare a parlarsi … La circolazione delle
idee può aiutare le élite a sbagliare di meno.”.
Che tutti insieme noi
si stia facendo a Taranto un “casino” inenarrabile è cosa evidente a tutti. La
strada proposta da Di Vico lo è un po’ meno: egli parla del ruolo delle idee e
della loro circolazione.
Noi certamente la
condividiamo, ma proponiamo che la si percorra fino in fondo. Altrimenti si
confrontano solo idee povere. E il dialogo degenera subito in conflitto.
La prima cosa da fare
è riconoscere che noi siamo le nostre risorse cognitive di fondo. Semplifico il
discorso: noi siamo gli occhiali con i quali guardiamo al mondo; noi siamo i
modelli che usiamo per ragionare, progettare il nostro ruolo nel mondo.
Ora il problema è che gli
occhiali e i modelli che utilizzano le classi dirigenti non cambiano da
decenni. Nel frattempo il mondo, per usare un eufemismo, è cambiato. La conseguenza
è che occhiali e schemi mentali vecchi di decenni, mai rinnovatisi, quindi
(anche) impoveritosi, non cambiano da decenni.
Essi non sono più
adatti a leggere e gestire la complessità del mondo. Il risultato è che le
classi dirigenti rischiano di vedere poco e saper parlare (progettare) ancora
meno.
Faccio un esempio.
Esiste un patrimonio cognitivo che si chiama strategia d’impresa che dovrebbe
essere il riferimento fondamentale (il linguaggio fondamentale) di chi deve
costruire il futuro di un’impresa: dai proprietari, ai manager, agli
stakeholder, magistratura compresa. Se negli anni scorsi si fosse usato questo
linguaggio, invece di insistere con il linguaggio della competitività e della produttività,
si sarebbe scoperto il concetto di “Posizionamento strategico complesso” che
avrebbe permesso di comprendere la complessità del mondo sociale e naturale (anche
competitivo, ovviamente) intorno all’ILVA ed usarlo come risorsa strategica
originale e non imitabile, invece di vederselo crescere in torno come
antagonista. Si sarebbe capito che un’impresa è un fenomeno emergente che
necessita di una modalità di governo delle imprese adatta a gestire processi
emergenti dal sociale, dall'economico e dal culturale.
Ma, mi si permetta un
istante di scetticismo… Ve li vedete i Riva, i Magistrati, i Consiglieri d’Amministrazione
e via elencando seguire un corso di strategia d’impresa? Saranno disposti (alcuni)
a seguire un corso di inglese, ma non del linguaggio della strategia d’impresa.
La smetto subito con
lo scetticismo: Dott De Vico, coraggio! Percorriamo insieme fino in fondo la
via della conoscenza. Solo nuovi occhiali, nuovi modelli di riferimento, nuovi
linguaggi, nuove modalità di Governo potranno permetterci di mettere ordine nel
casino che oramai abbiamo fatto. E provare ad evitarne altri.
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