"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 28 ottobre 2013

Minibond alla rovescia

di
Francesco Zanotti


Nel presentare i Minibond, Isidoro Trovato su Corriere Economia di oggi indica l’esigenza che essi dovrebbero soddisfare. E la sua indicazione è paradossale: “La crisi … (omissis) … oltre che costringere molte aziende a rafforzare i propri bilanci per rimanere sul mercato.”.
Perché è paradossale? Perché inverte tutto il senso del fare impresa. L'impresa è un attore economico che produce ricchezza. Quindi il rafforzare il bilancio (io, poi, non capisco bene come si può rafforzare un bilancio aumentando i debiti) è il risultato dello stare sul mercato. Pensare che si possa rimanere sul mercato grazie ad un “rafforzamento” del bilancio significa che si pensa di far rimanere sul mercato anche imprese che non producono ricchezza. Imprese mantenute da una nuova fonte di debito che sembra più facile da ottenere come i Minibond. Mi viene in mente uno slogan “Minibond: farti mantenere (da chi li sottoscrive) aumenta la vita”. Paradossale, appunto.
Io credo che i Minibond abbiano senso solo se finanziano progetti di sviluppo alti e forti. Il problema è quello di riuscire a fare generare alle imprese questi progetti. La soluzione è quella di fornire loro risorse cognitive che stimolino progettualità: le conoscenze e le metodologie di strategia d’impresa, che oggi sono pressoché sconosciute. Queste stesse risorse cognitive rendono disponibile un Rating (una capacità valutativa) dei progetti d’Impresa (Business Plan) a disposizione di investitori ed intermediari.




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