di
Francesco Zanotti
Bankitalia ha annunciato che nel mese di novembre (2013, ovviamente) le banche hanno ridotto i finanziamenti alle imprese del 6%.
Sul
Sole 24 Ore non ho trovato accenno alla vera natura del problema. Proviamo a
riproporlo con una domanda: ma che se fanno le imprese dei prestiti?
Li usano
per sopravvivere fino a quando finirà la crisi? Bene, per loro la crisi non
finirà mai. Le imprese che stanno aspettando la fine della crisi non sono
imprese, ma burocrazie produttive che vogliono continuare a fare le cose che
hanno sempre fatto. Non è possibile mantenere burocrazie produttive: troppo
costose. Si dia lo stipendio a tutti perché nessuno deve essere messo nei guai,
ma almeno non accolliamoci come collettività anche il costo del continuare a
produrre cose inutili. Servono invece a internazionalizzarsi, a migliorare i
processi a fare innovazione tecnologica, a costruire imprese reti? Bene, in
questo caso gli diamo i soldi? La mia riposta è: boh? Dipende. Queste strategie
così osannate (a rischio di retorica) permetteranno alle imprese di aumentare
nel futuro la loro capacità di produrre cassa o no? Questa strategie non sono magiche:
basta adottarne una e ne seguiranno le “magnifiche sorti e progressive” di
leopardiana memoria.
Arriviamo
al dunque: per decidere se dare soldi alle imprese occorre valutare il loro
Business Plan, fino ad assegnare un rating non alle imprese, ma ai loro
Business Plan. Questi Business Plan devono illustrare come si vuole cambiare l’identità
strategica delle imprese (definizione del business e posizionamento strategico),
se e come questo cambiamento permetterà loro di generare cassa, in un modo che
oggi non sono in grado di fare, e quali
sono le probabilità che riescano a realizzare i cambiamenti descritti.
Leggo
(sempre sul Sole 24 Ore) “le famiglie imprenditoriali hanno esaurito la loro
capacità di investire”. Ecco questa è una delle più chiare evidenze che non si
è capita la natura del problema. Se si è investito, ma questo investimento non
ha generato una nuova capacità di generare cassa, tale da permettere un
costante autofinanziamento, allora si è trattato di un investimento sbagliato.
Quando si investe, si possono anche fare gli investimenti sbagliati. Vorrei
vedere i Business Plan che hanno giustificano questi investimenti …
probabilmente non sono stati redatti. E l’investimento è finito in qualche
capannone destinato a rimanere sotto utilizzato o in qualche macchina che
avrebbe dovuto sostenere un aumento di produzione che non c’è stato e che,
probabilmente, non avrebbe potuto esserci.
Ma se
le imprese non hanno Business Plan che spiegano a cosa servono i soldi e
dimostrano che quello che vogliono fare genererà un aumento significativo della
capacità di produrre casa? Allora aiutiamole a farlo.
Forniamo
loro le conoscenze e le metodologie per farlo. Le migliori conoscenze e
metodologie al mondo per farlo. Chiediamo alle banche di finanziare Business
Plan, piuttosto che chiedere di finanziare strategie di moda o, peggio,
sopravvivenze impossibili. E con un Business Plan alto e forte chiediamo loro
di investire nel realizzarlo. Chiediamo alle banche ed usiamo tutte le altre
potenzialità di investimento.
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