"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

sabato 11 gennaio 2014

Credit Crunch: finanziare risorse cognitive

di
Francesco Zanotti


Bankitalia ha annunciato che nel mese di novembre (2013, ovviamente) le banche hanno ridotto i finanziamenti alle imprese del 6%.
Sul Sole 24 Ore non ho trovato accenno alla vera natura del problema. Proviamo a riproporlo con una domanda: ma che se fanno le imprese dei prestiti?
Li usano per sopravvivere fino a quando finirà la crisi? Bene, per loro la crisi non finirà mai. Le imprese che stanno aspettando la fine della crisi non sono imprese, ma burocrazie produttive che vogliono continuare a fare le cose che hanno sempre fatto. Non è possibile mantenere burocrazie produttive: troppo costose. Si dia lo stipendio a tutti perché nessuno deve essere messo nei guai, ma almeno non accolliamoci come collettività anche il costo del continuare a produrre cose inutili. Servono invece a internazionalizzarsi, a migliorare i processi a fare innovazione tecnologica, a costruire imprese reti? Bene, in questo caso gli diamo i soldi? La mia riposta è: boh? Dipende. Queste strategie così osannate (a rischio di retorica) permetteranno alle imprese di aumentare nel futuro la loro capacità di produrre cassa o no? Questa strategie non sono magiche: basta adottarne una e ne seguiranno le “magnifiche sorti e progressive” di leopardiana memoria.
Arriviamo al dunque: per decidere se dare soldi alle imprese occorre valutare il loro Business Plan, fino ad assegnare un rating non alle imprese, ma ai loro Business Plan. Questi Business Plan devono illustrare come si vuole cambiare l’identità strategica delle imprese (definizione del business e posizionamento strategico), se e come questo cambiamento permetterà loro di generare cassa, in un modo che oggi non sono in grado di fare, e quali sono le probabilità che riescano a realizzare i cambiamenti descritti.
Leggo (sempre sul Sole 24 Ore) “le famiglie imprenditoriali hanno esaurito la loro capacità di investire”. Ecco questa è una delle più chiare evidenze che non si è capita la natura del problema. Se si è investito, ma questo investimento non ha generato una nuova capacità di generare cassa, tale da permettere un costante autofinanziamento, allora si è trattato di un investimento sbagliato. Quando si investe, si possono anche fare gli investimenti sbagliati. Vorrei vedere i Business Plan che hanno giustificano questi investimenti … probabilmente non sono stati redatti. E l’investimento è finito in qualche capannone destinato a rimanere sotto utilizzato o in qualche macchina che avrebbe dovuto sostenere un aumento di produzione che non c’è stato e che, probabilmente, non avrebbe potuto esserci.

Ma se le imprese non hanno Business Plan che spiegano a cosa servono i soldi e dimostrano che quello che vogliono fare genererà un aumento significativo della capacità di produrre casa? Allora aiutiamole a farlo.
Forniamo loro le conoscenze e le metodologie per farlo. Le migliori conoscenze e metodologie al mondo per farlo. Chiediamo alle banche di finanziare Business Plan, piuttosto che chiedere di finanziare strategie di moda o, peggio, sopravvivenze impossibili. E con un Business Plan alto e forte chiediamo loro di investire nel realizzarlo. Chiediamo alle banche ed usiamo tutte le altre potenzialità di investimento.


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