di
Francesco Zanotti
Ha senso usare parole senza senso? Ovviamente no!
Eppure … Una delle parole che hanno meno senso è la parla “competitività”.
Eppure è diventata la parole di riferimento per ogni strategia e proposta.
Perché facciamo le riforme? Ma
per la competitività ovviamente. Perché ci serve l’Europa? Ma per la
competitività, ancora una volta ovviamente. Perché facciamo ricerca, perché …
sempre per la competitività!
Ma cosa vuol dire “competitività”?
Provi il lettore che la usa e la osanna, alla quale affida il senso ultimo dei
suoi “pensieri, parole ed opere” a darne una definizione … ovviamente
universale perché viene usata in ogni dove e in ogni quando. Si troverà in
palese difficoltà, spesso in autocontraddizione.
Oggi sulla “Domenica” del
Sole24Ore Roberto Casati parla del ruolo del filosofo. E sostiene che è
certamente anche un ruolo “linguistico”: aiutare a decostruire le espressioni
che stanno perdendo di senso. E generare nuove espressioni perché è solo con
nuovi linguaggi che si costruisce un nuovo mondo.
Noi abbiamo un bisogno folle
di “decostruire” la parola competitività che sta bloccando ogni discorso sul
futuro in una retrivo tentativo di migliorare il passato.
Cosa sostituiamo a “competitività”?
Ma la parola “imprenditorialità”, con un senso molto preciso. L’imprenditorialità
è costruire nuovi mondi non “leticare” per sopravvivere in un mondo che si sta
spegnendo. Perché è proprio questo il significato ultimo che si è sedimentato
sulla parola competitività: una strategia di profonda conservazione del passato
e di affannoso rifiuto del futuro.
Nessun commento:
Posta un commento