di
Francesco Zanotti
Il Sole24Ore spiega che i PIR, pur in diverse forme,
dovranno canalizzare flussi finanziari verso le PMI. E se poi queste
falliscono? Ecco che entra in ballo la necessità di valutare la progettualità
strategica delle imprese.
La parola chiave è “lungo
termine”. Caro il mio risparmiatore i tuoi soldi rimarranno bloccati nelle
imprese per cinque anni. Ti verranno restituiti con un surplus tanto più quanto
più le imprese nelle quali hai investito andranno bene.
Allora la domanda è: come si
fa a scegliere le imprese che nei prossimi cinque anni andranno bene e
distinguerle da quelle che andranno male?
La risposta tradizionale è
semplice, ma sbagliata: si finanziano imprese che fino ad oggi sono andate
bene. Esse vengono scelte guardando i risultati passati o affidandosi al
giudizio di esperti di settore.
E' sbagliata perché la conservazione
non costruisce sviluppo. Se le imprese sono andate bene nel passato, nulla
garantisce che andranno bene nel futuro. Soprattutto in periodi di grande
cambiamento.
Tra le imprese che sono
andate bene nel passato solo una piccola parte andrà bene nel futuro. E sarà costituita
da quelle imprese che costruiranno nel futuro (usando i soldi che in esse
vengono investiti) una proposta di mercato alta e forte. Per individuarle non
serve guardare ai numeri del passato e neanche inventarsi i numeri del futuro.
Massimamente rischioso è affidarsi agli esperti di settore che, per definizione,
giudicano in base alla loro esperienze passato. Sono conservatori cognitivi all’interno
di una strategia complessiva di conservazione.
Serve, invece, valutare se
si prefiggono di costruire una proposta di mercato alta e forte. Serve una
capacità di valutare la loro progettualità strategica
Per compiere questa valutazione
non bastano competenze contabili o finanziarie. Non basta neanche abbandonare l’“analisi tecnica” dei titoli e non basta neppue l’analisi fondamentale, almeno
come è intesa oggi. Servono conoscenze e
metodologie di strategia d’impresa avanzate. Non bastano, però, approcci dilettanteschi
del tipo “Business Model Canvas” o “Oceano blu”. O modelli superati come il
modello della strategia competitiva di M. Porter.
Non è questa la sede per
descrivere queste conoscenze e metodologie. Il lettore di questo blog sa che
nel blog stesso vi è molto materiale che descrive le più avanzate conoscenze e
metodologie di strategia d’impresa, adatte a valutare le proposte di mercato di
imprese complesse.
Messaggio conclusivo a tutti
i potenziali sottoscrittori di PIR: chiedete a coloro che scelgono le imprese
dove investire i vostri soldi quali conoscenze e metodologie usano per valutare
le imprese su cui investire. Domanda difficile a farsi? Allora, messaggio a
tutti coloro che parlano di educazione finanziaria. Dovreste iniziare a parlare
di educazione strategica.
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