di
Francesco Zanotti
Non considerate stupidotto questo accostamento. Anche
nella della conoscenza è necessaria una resurrezione. Oggi stiamo sopraffatti
da tanta “fake Knowledge” che la necessità di una resurrezione diventa sempre
più rilevante. Uno degli episodi di questa resurrezione è il superare le idee
sballate sul digitale …
L’idea mi è venuta
stamattina leggendo un articolo sulla Domenica del Sole24ore. Parla di sfide
per i supercomputer. Riporto una frase che è una delle migliori sintesi di
luoghi comuni sbagliati. Sono i luoghi comuni che purtroppo stanno alla base di
presunte rivoluzioni come l’Industry 4.0 e che se non vengono estirpati,
porteranno al fallimento di questa idea.
Ecco la frase
“ … il futuro del supercalcolo basato su di un fisica completamente
differente da quella usata da Turing per immaginare l’architettura alla base
della nostra idea di computer”.
Cominciano … Innanzitutto, il
modello della macchina di Turing è “fisica free”. Si può costruire anche una
macchina di Turing fatta di essere umani: basta che accettino di funzionare
come interruttori.
La meccanica quantistica
viene già oggi usata in tutte quelle machine di Turing che sono costruite con
transistor a semiconduttori. Cioè in tutti i computer costruiti e venduti negli
ultimi 50 anni. Nei computer quantistici vengono usati altri fenomeni
quantistici, ma sempre finalizzati a realizzare macchine di Turing. Si aumenta
la velocità di calcolo, non il tipo di calcolo.
Da ultimo, Turing non ha
sviluppato l’architettura dei computer attuali: è stato John Von Neumann e l’ha
presentata in una delle famose “Macy Conferences”.
Allora l’industry 4.0 … Se
non si ha una idea esatta di cosa sia un computer digitale (cosa può fare e
cosa non può fare) si rischia di usarlo per tentare il compito
impossibile, sognato da Taylor, di immaginare il futuro dell’industria come un
tentativo di costruire macchine produttive “people free”. Taylor cercava di proceduralizzare tutto per
suoi problemi psicologici di fondo. Non cerchiamo di fondare il futuro
dell’industria su problemi cognitivi di fondo
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