di
Francesco Zanotti
Sul Sole 24 Ore di oggi leggo i programmi a confronto dei
due candidati alla Presidenza dell’Ordine Nazionale dei Dottori Commercialisti.
Si confrontano su molte questioni, ma su una di fondo
sono d’accordo: l’impotenza di fronte alla crisi.
Claudio Sicilioti “Serve innanzitutto che l’economia
riparta e questo va oltre quello che possiamo fare come categoria”.
Gerardo Longobardi “indubbiamente non è nelle
disponibilità della nostra professione governare la crisi economica”.
La prima osservazione che mi viene: ma proprio nessuno in
questo Paese si sente parte attiva nel costruire sviluppo? Tutti aspettano una
ripresa che, a questo punto, è davvero mitica: si accenderà improvvisamente per
intervento di una qualche divinità. L’aspetta la FIAT prima di investire, l’aspetta
il Governo …
La seconda osservazione è una proposta. Io credo che i
Dottori Commercialisti abbiano un ruolo, oso dire, profetico nel fare superare al
nostro sistema economico la crisi. Nel costruire un nuovo sviluppo.
Provo a spiegarmi, anche se molto in sintesi. La crisi
dell’attuale sistema economico non è frutto di squilibri finanziari o mal
funzionamenti del nostro Sistema Paese. E’ una crisi di vecchiaia. E’
necessario immaginare nuovi prodotti, nuovi sistemi produttivi, un nuovo patto
con la natura, un nuovo significato del fare impresa.
La ripresa, insomma, sarà frutto di una nuova progettualità
imprenditoriale. Di una imprenditorialità aumentata.
Perché questa nuova progettualità non si scatena? Perché il
sistema di risorse cognitive di cui dispongono le nostre imprese e le nostre
banche non è sufficiente. Se il problema si pone in questi termini, allora è di
immediata risoluzione e passa proprio attraverso il “sistema” dei Dottori
Commercialisti.
Essi possono diffondere presso le imprese clienti (e
presso le banche) le nuove risorse cognitive necessarie. Intendo riferirmi ad
avanzate conoscenze e metodologie di strategia d’impresa che servono a
supportare gli imprenditori nel costruire nuovi progetti d’impresa, non siano
più ispirati alla ricerca di una competitività conservatrice. Che servono alle
banche per valutare questi tipi di progetti imprenditoriali. Che sono il
fondamento per costruire progetti di rete.