"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

domenica 12 maggio 2013

Il lavoro e la CONSOB


di
Francesco Zanotti


La CONSOB potrebbe fare molto per il lavoro, ma non lo sa e non lo fa! Potrebbe fare più del Governo, senza bisogno di investimenti e con grande efficacia e tempestività. Anche perché la sua azione potrebbe essere catalizzatrice di eventi  “rafforzanti” …
Per comprendere questa tesi, occorre riprendere in mano il filo dei fondamenti.
Il lavoro “sano” può essere generato solo dallo sviluppo delle imprese. E lo sviluppo delle imprese può venire solo da loro profondi cambiamenti di identità: devono offrire prodotti e servizi diversi dagli attuali.
Dimostra questa tesi il fatto che le imprese sono tanto più in crisi quanto più quello che offrono sul mercato è banale, già visto, prodotto da troppi. Prodotti e servizi scontati che costringono a scontare. Continuamente a scontare il prezzo, intendo.
Allora occorre che le imprese siano soprattutto orientate a progettare il futuro. E, per farlo, per far sì che il loro futuro sia diverso dal loro passato, devono abbandonare gli occhiali con i quali hanno fino ad oggi guardato il mondo e usare altri occhiali, altri punti di vista. Più tecnicamente; devono usare conoscenze che non hanno mai esplorato ed usato: le conoscenze di strategia d’impresa. Sono queste conoscenze che possono permettere di valutare quanto il passato abbia esaurito la sua carica vitale e scoprire quali altri futuri sono percorribili.
Ma cosa c’entra la CONSOB?
Innanzitutto dovrebbe spingere le imprese verso il futuro. Ma non lo fa. Se guardate ai prospetti che le imprese, che vogliono quotarsi, devo predisporre, vedrete che essi chiedono, sostanzialmente, di parlare solo del passato. Occorre, invece, che la CONSOB chieda a chi vuole accedere al pubblico risparmio di essere non solo trasparente sul passato, ma di esprimere, trasparentemente, anche il suo impegno futuro. Concretamente, dovrebbe chiedere alle imprese, che intendono quotarsi, un Progetto Strategico dettagliato. E’ urgente farlo anche perché oggi solo una minoranza delle imprese quotate pubblica il proprio Progetto Strategico. E le “motivazioni” con le quali si chiedono aumenti di capitale o prestiti obbligazionari riguardano il passato (rimborsare diverse tipologie di prestiti). La CONSOB sembra cercare di conservare il presente, invece di spingere il Paese vero un futuro diverso dal presente.

E, poi, dovrebbe fornire il più avanzato possibile modello di Progetto Strategico che nasca dallo stato dell’arte delle conoscenze di strategia d’impresa. Dovrebbe essere “competitiva”, rispetto alle altre borse, sulle conoscenze utilizzate.

Con queste due azioni riporterebbe al centro dell’agenda politica la sfida di ridisegnare il futuro.
Ed innescherebbe una valanga di futuro. Le banche si orienterebbero nella stessa direzione e magari utilizzerebbero lo stesso modello di Progetto Strategico per dialogare con l’impresa su affidamenti, mutui, ristrutturazioni del debito. Le Associazioni si sentirebbero in dovere di diventare diffusori di cultura strategica.

La CONSOB, insomma, potrebbe avviare una Santa Alleanza per lo Sviluppo fondata sulla conoscenza che potrebbe generare una nuova “ondata” di posti di lavoro che sono “sicuri” proprio perché contribuiscono a costruire il futuro. Perché non lo fa?

Nessun commento:

Posta un commento