"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

mercoledì 28 dicembre 2011

Un futuro responsabile

di
Francesco Zanotti

Stamattina sulla banchina della metropolitana ... Alzo gli occhi verso nuovi schermi da poco installati e vedo uno spot del Governo.
Una ragazza (Dolcemente carina, del tipo “acqua e sapone”), seduta su di una scalinata della quale non si vede il contesto (da dove viene, dove porta), con aria spersa. Si guarda intorno come a cercare non sa neanche bene lei cosa e le arriva (non si sa da dove e da chi) un libro. Lo apre (dolcemente, ovviamente) e, poi, sorride non più spersa su di una scalinata che sembra nascere nel nulla e nello stesso nulla scendere. Appare una scritta: Diritto al futuro …
E la pelle mi si accappona, il sangue mi sale alla testa …
Ma come, il futuro è un diritto che qualcuno graziosamente concede ai giovani o crudelmente glielo toglie??? Ma dai ..

giovedì 22 dicembre 2011

Creare ricchezza o essere mantenuti?

Un giovane professionista pone una riflessione, rivolgendosi ad altri giovani professionisti, giovani imprenditori e amici.

I giornali, le televisioni, i programmi di approfondimento sono tutti impegnati ad analizzare, criticare e discutere della manovra Salva Italia. Danno voce ai politici, ai rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati, delle associazioni di categoria, ai professori, ai giornalisti e agli scrittori. Tutti i giorni, giorno dopo giorno, assistiamo ad un susseguirsi di commenti, suggerimenti e proposte correttive.

A volte unanimi, altre volte contrapposte, le esposizioni e le idee si fermano a contenuti tecnici, quando non ideologici: politiche per la crescita e lo sviluppo, la difesa di diritti acquisiti, la protezione di categorie (giovani, donne, lavoratori e pensionati… chi manca?) sono sulla bocca di tutti.

Quando si parla di economia e di impresa sembra che le parti si dividano. Prendiamo come spunto l’articolo del Sole di oggi: “Imprese preoccupate, è il momento di reagire”. La parola a Confindustria, a Confcommercio e a Confesercenti. Qualcuno la prende dal lato degli investitori e dei mercati, altri dal lato dell’occupazione e dei consumi. E tutti a snocciolare dati.

Che cosa c’è in comune?
L’attesa, l’aspettativa che la soluzione arrivi dallo Stato. Lo Stato, l’unico elemento in grado di produrre sviluppo e stimolare nuove opportunità.

Ma le imprese nascono dai sussidi o dalle idee imprenditoriali? Nascono dalle politiche di incentivo o dalla testa, dalla voglia e dall’entusiasmo delle persone?
Trenta, quaranta Apple, in Italia e in Europa, sarebbero in grado di cambiare le sorti dei nostri risparmi, le nostre aspettative di vita, il nostro entusiasmo verso il futuro?
Io penso di si. E la Apple non nasce dal soccorso dello Stato, ma dalla conoscenza e dalla passione delle persone.
Serve molto di più dell’aiuto dello Stato.

Ci pensiamo durante le vacanze di Natale?

Riccardo Profumo
r.profumo@cse-crescendo.com

mercoledì 21 dicembre 2011

Basilea 3 e sviluppo rating per i business plan


di
Francesco Zanotti

Quando si parla di rating, la sfida principale sembra dimenticata: le banche e le imprese devono costruire un’alleanza per produrre maggiore ricchezza nel futuro. Nulla di più e nulla di meno.
Il rating sembra solo uno strumento di difesa delle banche.
Io credo invece che il rating debba diventare lo strumento per stimolare le imprese a produrre maggior ricchezza nel futuro.
Cosa fare? Perché le imprese riescano a produrre maggiore ricchezza nel futuro è necessario che progettino i cambiamenti strategici necessari. Per progettarli è necessario un nuovo strumento di rating: il rating dei business plan. Intendo: un rating che “misuri” quanto il progetto d’impresa (che tutti devono avere) può veramente portare l’impresa a produrre maggiore ricchezza nel futuro.

martedì 20 dicembre 2011

Manovra ed articolo 18: vogliamo parlare finalmente di conoscenza?

di
Francesco Zanotti

Bonanni ha accusato senza mezzi termini i “tecnici” al governo di ignoranza. La Camusso ha detto che nessuna teoria economica li convincerà mai a rinunciare a tutelare i lavoratori.
Io credo che, forse senza saperlo, Camusso e Bonanni hanno individuato un problema che sarebbe ora che gli economisti e gli opinionisti accettassero di discutere. Il problema è semplice: quelle leggi dell’economia che tutti citano, in realtà non esistono! La situazione è peggiore di quello che Bonanni e Camusso dicono. Non è che le leggi non sono conosciute, non è che occorre ribellarsi a leggi che portano all’ingiustizia. Il problema è che quelle che vengono indicate come le leggi che guidano i sistemi economici sono costruzioni artificiali e superficiali degli economisti. Sono solo presunzioni di leggi immaginate da economisti che cercano di scimmiottare una visione della scienza (la fisica in particolare) che è andata in crisi almeno da un secolo. Il problema è he dobbiamo costruire nuove leggi economiche.
Arriviamo all’articolo 18.

venerdì 16 dicembre 2011

La stupidaggine della produttività …


di
Francesco Zanotti

Siamo in recessione, per ricominciare a crescere aumentiamo la produttività a livello di imprese ed a livello di Sistema Paese. E’ la ricetta del Minstro Passera.
Non mi soffermo sulla produttività del Sistema Paese, anche se, anche a qual livello, l’obiettivo della produttività è insensato.
Mi soffermo sulle imprese. Immagino di essere un piccolo imprenditore che fa prodotti di consumo che, oramai, sono commodity. Forse, addirittura, sono sempre stato un terzista che, spesso, è riuscito a campare anche grazie ad un solo cliente. Ora nessuno vuole comprare i miei prodotti. E io che faccio? Lavoro più intensamente, cerco di pagare meno le persone per produrne di più? Ovviamente no! Allora lavoro più intensamente e cerco di pagare meno le persone per farli costare meno? Forse ci riesco, ma appena l’ho fatto, lo fanno anche i miei concorrenti. E continuo a non  riuscire a vendere prodotti che faccio sempre più fatica a fare.
Ed allora? Perché Il Ministro Passera propone una ricetta palesemente insensata?
Non vogliano cedere alla sirena delle teorie del complotto. Del Tipo: Passera è stato messo lì da qualche oscuro potere per ancora più oscuri obiettivi. Mi limito a riproporre un post di qualche giorno fa dove proponevo una strada alternativa alla produttività. Un momento: rileggendo le righe che tra poco proporrò mi è venuto una ipotesi di risposta. Il ministro Passera propone la via della produttività perché è l’unica che conosce. Non dispone delle conoscenze (di strategia d’impresa, di teoria del sistemi) che potrebbero portarlo a proporre ricette meno contro producenti della ricerca della produttività.
Ecco il testo dal post “Il cacciavite” ….


martedì 13 dicembre 2011

Noi ci stiamo provando … a costruire sviluppo

di
Francesco Zanotti

Oggi sembra che tutti siano in attesa. In attesa che, prima, qualcuno adotti misure che riescano a fermare la crisi. A stabilizzare la situazione.
In attesa che, poi, qualcuno, riesca a varare le riforme che potranno favorire la crescita.
A me sembra che non sia il momento dell’attesa. E’ il momento della progettualità e dell’azione costruttiva.
Per questo non ci vogliamo unire all’esercito di coloro che aspettano. Ma stiamo operativamente tentando di iniziare a costruire uno sviluppo che ci piace definire etico ed estetico.

In particolare, abbiamo sviluppato un progetto che abbiamo denominato IMEFF (International Mediterranean Exhibition of Flavors and Foods) che ha l’obiettivo di creare un Evento che costruisca una alleanza di sviluppo tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L’Evento è un Salone internazionale del Cibo e dei sapori del Mediterraneo. In esso verranno presentati i prodotti alimentari, i luoghi e la storia delle comunità che vivono sulla sponde del Mediterraneo non solo come una esposizione di tanti frammenti senza unità. Ma come “ologrammi” di un’unica storia, di un’ecologia di popoli che sono sempre stati l’uno occasione, contesto, stimolo per lo sviluppo dell’altro. E’ un Salone itinerante che si terrà ogni due anni in una delle città che si affacciano sul mediterraneo. E’ un Salone che, a partire dal momento progettuale, genererà una vera e propria comunità di sviluppo del turismo e del settore agroalimentare. Proporrà una nuova concezione del turismo che abbiamo definito “progettuale”. Spingerà gli Operatori turistici del Mediterraneo a costruire proposte congiunte. Valorizzerà il riconoscimento, da parte dall’Unesco, della dieta mediterranea come patrimonio dell’umanità.

Per realizzare questo progetto abbiamo chiesto ed ottenuto la partnership della Provincia di Chieti che ha visto nell’IMEFF una importante occasione di sviluppo diretta per il turismo e la produzione agro alimentare. Ma anche l’occasione per ricostruire una cultura della progettualità e dello sviluppo in altre aree economiche.
Insieme alla Provincia di Chieti abbiamo chiesto il patrocinio dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo http://www.pam.int/

Ieri a Chieti ho promosso, a nome di CSE-Crescendo, la società di cui sono Senior Partner, un incontro tra il Presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio (assistito dagli Assessori al Turismo, Cultura, Beni Culturali e Museali, Avv. Remo De Martino e dall’Assessore alle politiche sociali Dott.ssa Gianfranca Mancini) e il Segretario Generale del PAM Ambasciatore Dott. Sergio Piazzi. Nell’incontro si sono poste le basi per avviare il progetto IMEFF e una più generale azione di sviluppo del territorio.
In particolare si è deciso di organizzare, nei primi mesi del 2012, promossa dalla Provincia di Chieti, in collaborazione con il PAM, una Conferenza di Sviluppo tra le Regioni ed i Paesi che si affacciano sull’Adriatico o che hanno interessi in quest’area.
Nella Conferenza si presenterà l’esigenza generale di una nuova stagione di progettualità e di iniziative imprenditoriali in collaborazione tra Pubblico e Privato e il Progetto IMEFF come primo Evento concreto di sviluppo ed il ruolo del Parlamento del Mediterraneo nel promuovere sviluppo. La Conferenza sarà anche un momento progettuale, per affiancare all’IMEFF iniziative di sviluppo in altre aree economiche, come ad esempio nel settore dei trasporti dove la Provincia di Chieti può vantare strutture portuali e logistiche uniche.

giovedì 8 dicembre 2011

Il cacciavite, il cacciavite …

di
Francesco Zanotti

Dagli industriali veneti arriva l’allarme “per gli adempimenti di fine anno abbiamo bisogno di liquidità”. Se le banche non forniscono la liquidità necessaria le imprese saltano. Ed allora agiamo sulle banche: più capitali, meno vincoli all’uso dei capitali, quindi più prestiti alle imprese.
Domande di puro buon senso: ma quanto e fino a quando? La risposta presumibile è: fino a quando non finisce la crisi. Il quanto dipende dal quando: più si allunga la crisi, più il quanto cresce.
Guardiamo serenamente questa situazione: è sostenibile a lungo? Ovviamente, no! Tutti sanno (anche se non hanno il coraggio di dirlo) che la possibilità di garantire liquidità alle imprese finirà prima della fine della crisi.
Ed allora? Allora recuperiamo la competitività delle imprese attraverso le riforme … Ecco così il messaggio è completato: le imprese sopravvivranno solo se le banche immetteranno liquidità e lo Stato garantirà alle imprese sempre maggiori sussidi. E le imprese da parte loro? Cercheranno innovazione, cercheranno di diventare più forti mettendosi insieme. Ma ci riusciranno solo con il sostegno delle banche e dello Stato.

Ecco io credo che questa prospettiva non sia né sostenibile, né efficace.
Credo che l’affermarsi di questa prospettiva sia il segno che si è perso il senso dei fondamentali. Proviamo a recuperarlo e scopriremo il mistero del cacciavite di cui si dice e si ripete nel titolo.

venerdì 2 dicembre 2011

Invece di ridurre le spese …

di
Francesco Zanotti

Occorre, innanzitutto, riprogettare le imprese. Non per renderle più efficienti o generalmente più competitive. Ma per ridisegnare completamente prodotti, processi, sistemi di trasporto e di distribuzione. Oggi dovrebbe essere a tutti evidente che sia per ragioni fisiche (la ribellione della natura) sia per ragioni umanamente profonde (le persone desiderano un’altra qualità della vita) non è possibile sperare in una crescita forte dell’attuale sistema economico.
Poi, occorre avviare start-up non banali. Ce lo vogliamo dire che attivare qualche start-up che cerchi di vendere qualche piccola innovazione basata sulla tecnologia non risolve nulla? Noi dobbiamo avviare start-up che abbiamo il progetto di diventare nuove Apple …
Bene, ma come fare a riprogettare le imprese e ad avviare start-up non banali?
La risposta è sempre la stessa: con la conoscenza. In questo caso, buttando tra le imprese e tra i tecnologi le conoscenze di strategia d’impresa che sono praticamente sconosciute sia a managers che imprenditori e banchieri, d’affari e non.