di
Francesco Zanotti
Il problema di fondo delle borse è il valore del
sottostante.
I titoli sono carta. Ma rappresentano qualcosa. Nel
caso più semplice: le azioni rappresentano pezzi di impresa. Per complicare un
po’ le cose: un future rappresenta materie prime o commodities.
Il valore del titolo è rappresentato dalla
quantità di moneta che si è disposti a scambiare per il possesso del sottostante.
Il problema è allora quello di capire quale sia la quantità di moneta per
ogni titolo. Questo problema è complicato dal fatto che occorre valutare anche
il valore della moneta che non è universale e non è stabile. Posso esprimere il
valore di un pezzo di impresa in Euro (posso denominare il valore dell’azione in
Euro), ma il valore dell’Euro non è stabile.
Tutto questo è già complicato per conto suo. Ma
esiste una ulteriore fonte di complicazione: i titoli che vengono scambiati
sono sempre più slegati da qualche sottostante. Un derivato lo si può comprare
ad una certa cifra, ma si capisce sempre meno quale sia il sottostante di quel
derivato.
Detto questo, come interpretare una crisi
finanziaria?
Occorre usare strumenti concettuali nuovi.
Fondamentale è la teoria dei sistemi
autopoietici. Usandola si capisce che quando si attiva un mercato di scambio di
titoli, si va a costituire un sistema autopoietico che auto evolve generando
oggetti sempre più differenziati e complessi e sempre più sganciati da
riferimenti esterni. Il fatto che si costruiscano titoli sempre più oscuri non
è generato tanto da perversione o cattive intenzioni, ma da leggi sistemiche.
Quando si costruisce un sistema autopoietico non può che accadere questo. Non
ha importanza come lo regolamentate, è sempre un crescente scollamento col sottostante.
Da dove derivano le crisi? Quando qualcuno,
direttamente o indirettamente dice “vedo”. Cioè si pone il problema di
controllare se il valore del sottostante corrisponde al valore del titolo, al
netto del valore della moneta di denominazione. Proprio perché un sistema
finanziario è un sistema autopoietico, il valore non può mai coincidere. Quindi,
dato un qualunque mercato finanziario, esso cadrà in crisi quando qualcuno si
chiede quale sia il valore dei titoli che scambia.
Soluzione? Costringere sempre chi vende un
titolo ad esprimerne il prezzo in termini del valore del sottostante e dei
trend di evoluzione del suo valore.
Che è il modo per ricompattare finanza ed
economia.
Ma se nessuno dice vedo, come evolve il valore di
un titolo? E’ necessario capire quali sono i processi di evoluzione interni di
un sistema autopoietico. Per farlo si stanno iniziando ad usare le
concettualizzazioni della fisica quantistica.
Si sta apprendendo dalla meccanica quantistica (la
prima forma della fisica quantistica) che ogni processo e strumento di
misurazione influisce sul valore misurato.
Si stanno usando anche i modi di pensare tipici
della teoria quantistica dei campi (la forma attuale della fisica quantistica)
come ad esempio i processi di rottura di simmetria e il formarsi di “Bosoni di
Goldstone”.