di
Francesco Zanotti e Riccardo Profumo
Il Sole 24 Ore lancia l’allarme “credit crunch”. Quest’anno, secondo il Centro Europa Ricerche, ci saranno 200 miliardi di impieghi in meno. E, nella stima di Prometeia, 25 mila imprese falliranno finendo tecnicamente in default e bruciando 625 mila posti di lavoro. Una prospettiva drammatica, che è il risultato di una tensione crescente nel rapporto tra banca e impresa, sintetizzata dal peggioramento riscontrato negli ultimi due anni dall’Istat che ha fissato nel 12% la quota di imprese che non ha ottenuto credito dalle banche, mentre il 33% ha visto diventare più onerose le condizioni.
Contemporaneamente si sottolinea la necessità di cambiamenti strategici profondi che le banche cercano di assecondare, accettando progetti di ristrutt
urazione del debito. Ma, da un lato, i cambiamenti sembrano lenti e parziali. E, dall’altro, non sembrano produrre i risultati promessi.
Tipico è il caso dei processi di ristrutturazione del debito. I risultati previsti dai business plan che giustificano questo tipo di operazioni si stanno realizzando sempre meno, costringendo a continue ristrutturazioni che ottengono l’unico risultato di protrarre artificialmente la vita di troppe imprese, mentre la loro capacità di produrre cassa continua a peggiorare.
Per uscire da questa situazione forse è anche necessario attuare riforme profonde al nostro sistema Paese. Ma questo tipo di intervento produce risultati solo in tempi lunghi. E risultati di incerta durata: anche gli altri Paesi cercheranno di riformarsi per diventare più competitivi in una corsa senza fine.
Una soluzione stabile sta solo nella ripresa della capacità di produrre valore (fatturato, margine e
cassa) delle nostre imprese. Per raggiungere questo obiettivo è necessario aumentare la capacità di valutazione e progettualità strategica di banche ed imprese.
Per aiutare banche e imprese ad aumentare la loro capacità di valutazione e progettualità strategica, abbiamo ideato uno strumento: un Rating progettuale dei business plan.
Esso permette di valutare la probabilità che i risultati promessi in un business plan possono essere conseguiti.
L’abbiamo definito rating progettuale ed è fondato su di un modello ideale di business plan che, nel caso in cui il giudizio di rating sia problematico, fornisce una guida su come cambiarlo.