"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 29 dicembre 2016

Il capannone, il grattacielo e il progetto

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per torre unicredit

Tempo fa scrivevo… http://imprenditorialitaumentata.blogspot.it/2014/06/la-maledizione-del-capannone.html “Non si contano le imprese che sono fallite o sono in profonda crisi a causa di capannoni che hanno costruito e che non hanno saputo o non sanno pagare.
Colpa della crisi? No: causa della crisi.
Troppi capannoni sono stati costruiti senza alcuna progettazione strategica. Cioè senza rispondere alla domanda: il mio posizionamento strategico mi permette, mi richiede un nuovo capannone?
Si sono costruiti capannoni su speranze ingenue, su sogni di gloria banali, per autorappresentazioni infantili.”. Oggi tutti hanno davanti agli occhi un grattacielo …

Nessuno ha il coraggio di dirlo. L’ammetterlo vorrebbe dire ammettere il fallimento di una intera classe dirigente manageriale e di una  folta schiera di esperti e di giornalisti.
Nessuno lo vuole neanche sussurrare, ma la prossima puntata della crisi del sistema bancario sarà Unicredit. E guarda caso, anche Unicredit ha appena finito di costruire il suo “capannone”: un grattacielo delle meraviglie che sembra sempre più … come il capannone dei tanti imprenditori di cui scrivevo.
Avendo il coraggio di dire che il prossimo problema sarà Unicredit, faccio solo disfattismo? No! Continuo a proporre l’unica vera soluzione che nessuno vuole neanche discutere perché non lo sa fare. Certo sono indispensabili gli aggiustamenti patrimoniali per le banche. Ma, perché abbiano senso, occorre che le banche ridiventino redditive. Per riuscirci debbono sviluppare progetti alti e forti che non possono essere solo “ristrutturazioni” (leggi: eliminare persone e sedi). Ma devono contenere proposte di servizi radicalmente nuovi per un nuovo ruolo sociale del “fare banca” che vengono erogati da organizzazioni altrettanto nuove. Il problema è che per arrivare a poter discutere di progettualità strategico-organizzativa occorrono conoscenze che non sono nella disponibilità né di manager bancari né di economisti e giornalisti.
Ed allora si continua a buttar risorse in colabrodi che non sanno come chiudere i loro buchi di redditività. Lo ripeto: e lo si fa solo non perché la situazione sia particolarmente critica, ma solo perché non si vogliono usare le conoscenze necessarie esistenti… E’ etico tutto questo o irresponsabile?
Almeno consola che Unicredit possa ancora immaginare di venderlo il suo capannone (ops: grattacielo). Che ne dite: a qualche fondo sovrano medio orientale? Beh forse no … sembra molto simile alle illusioni dei piccoli imprenditori di provincia la cui unica speranza rimane qualche cavaliere bianco dalla generosità incomprensibile.

Nessun commento:

Posta un commento