"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

sabato 27 gennaio 2018

Il ruolo delle aziende nella società


Sta crescendo il dibattito sul più ampio ruolo delle aziende all'interno della società uscendo, per fortuna, dai ristretti ambiti nei quali più o meno strumentalmente era stato confinato (ESG, CSR, ecc.). Rimane ancora irrisolto il tema di fondo: è l'azienda a servizio dell'uomo o l'uomo a servizio dell'azienda? E nel primo caso, come può fornire tale servizio senza penalizzare se stessa?

Come un onda che viene da lontano, pian piano il tema delle più ampie responsabilità sociali dell'azienda sta crescendo di importanza. La recente lettera di Fink, CEO di BlackRock, non ha fatto altro che dare un ulteriore spinta al dibattito. Le evidenze sono sotto gli occhi di tutti: crescono i mercati e l'economia in generale ma a beneficio di sempre meno soggetti. A cosa servono allora queste crescite? Può il benessere economico essere un fenomeno di nicchia? Un essere umano che possiede tutta la ricchezza del mondo ma non sa cosa farsene perchè tutti gli altri sono poverissimi, può ancora definirsi "ricco"? 

mercoledì 17 gennaio 2018

Un "ritorno al futuro" dal mondo della finanza


La consueta lettera di Larry Fink, CEO del più grande gestore finanziario del mondo (6000 miliardi di dollari), quest'anno fa un salto di qualità, spingendo il mondo delle aziende, e non solo, a ripensare il loro ruolo per la società (all'interno della quale ovviamente operano e prosperano).

Vi è stata un'epoca, nel secolo scorso, dove tutte le aziende, grandi e piccole, erano innanzitutto dei "buoni cittadini". Esse infatti fornivano stipendi adeguati e supporti aggiuntivi ai loro dipendenti (integrazioni dei piani pensionistici e sanitari, borse di studio e luoghi di svago, le "colonie", per i loro figli, ecc.), realizzavano investimenti negli impianti e per la crescita dei dipendenti, pagavano le tasse nei paesi in cui operavano, contribuivano al benessere dei loro clienti e dello sviluppo complessivo con i loro prodotti e servizi, senza dimenticare di far contenti anche, e non solo, i loro azionisti.
A guardare i comportamenti della grandi aziende globali, e non solo loro, sorge spontanea una domanda: quell'epoca è definitivamente scomparsa, sacrificata sull'altare del valore per gli azionisti a breve termine (il malefico short-termism)?

sabato 13 gennaio 2018

Il declino delle borse

Il più grande fondo sovrano del mondo ha annunciato di voler diversificare il suo portafoglio con investimenti in aziende non quotate. Perchè aziende e investitori non trovano più di interesse incontrarsi in borsa?


L'ultima notizia sul tema delle borse arriva dalla Norvegia: Norge Bank Investment Management (NBIM), che gestisce il fondo alimentato dai proventi petroliferi e che ammonta a 1.100 miliardi di dollari, ha fatto richiesta al Ministero delle Finanze Norvegese, da cui dipende, di poter iniziare ad investire anche in aziende non quotate in borsa. Al momento il fondo possiede percentuali di azioni non superiori al 10% di ogni principale azienda quotata al mondo, con una media di possesso del 1,5%. 
Le motivazioni addotte per tale scelta sono: la scarsa partecipazione di aziende tecnologiche ai listini, che li condannano a non rappresentare la maggior parte del mercato, l'assottigliarsi dei listini stessi e ultimo, ma non meno importante, i ritorni delle aziende non quotate che sono leggermente più alti di quelle quotate.

lunedì 8 gennaio 2018

Una montagna di debiti


Il debito mondiale è cresciuto in maniera spropositata negli ultimi anni. Se da un lato questo è servito a farci uscire dalla crisi, dall'altro costituisce un fardello per il futuro. Esiste un criterio per distinguere un debito "buono" da uno "cattivo"?

I dati parlano chiaro. Come riporta il sole24ore, siamo oppressi da una montagna di 233mila miliardi di dollari dei quali ben 163mila (70%) creati a partire dal 1997. I debiti, si sa, vanno rimborsati in futuro e se è vero che, come riporta l'articolo, 

"L’economia mondiale nel suo insieme ha beneficiato di un effetto 'moltiplicatore' dato che il debito creato negli ultimi mesi ha generato crescita (Pil) in misura più che proporzionale

è anche vero che

"La montagna di debito su cui poggia l’attuale ciclo di espansione economica... rende il sistema meno efficiente perché mantiene in vita tutti i debitori fragili i quali, non avendo di che preoccuparsi per il rimborso dei loro debiti, possono permettersi di mantenere la loro struttura inefficiente. E vulnerabile."

Quindi non è detto che questi debitori saranno in grado di restituire il debito.
Perchè allora mantenerli in vita?