"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

mercoledì 19 dicembre 2012

Proposte a babbo morto


di
Francesco Zanotti

Tutti sanno perché si dice “a babbo morto” per indicare un Evento incerto nel tempo, ma lontano. Era l’impegno dei giovani di buona famiglia quando prendevano soldi a prestito “Li restituirò a babbo morto”. Cioè quando sarà morto mio padre ed erediterò la sua fortuna.

Ecco oggi sul Sole 24 Ore Alberto Quadrio Curzio sponsorizza tre proposte presentate dalla Commissione Europea per la “crescita”. Lasciamo stare i contenuti: guardiamo i tempi. La proposta a breve prevede di fare una cosa entro 18 mesi. Quella a medio termine entro 5 anni. Quella a lungo termine dopo i 5 anni.
E tra oggi e 18 mesi? Per chi vive nelle aule universitarie garantito da stipendi o pensione e prebende (o chi gioca con le campagne elettorali) 18 mesi è domani mattina. Ma per chi deve pagare tasse, stipendi e tredicesime domani mattina una crescita che venga rilanciata da una qualunque cosa si farà tra 18 mesi e del tutto inutile: non sopravviverà 18 mesi! A 18 mesi saranno morti prima che muoia il babbo.
Occorre pensare a qualcosa da fare subito. Prima di Natale e durante le feste.
E questo qualcosa da fare subito è la cosa più efficace. Le banche e le Associazioni imprenditoriali potrebbero diffondere la nuova cultura strategica che oggi è disponibile. Essa potrebbe scatenare una nuova progettualità imprenditoriale e costruire intorno a questa nuova progettualità una nuova alleanza (davvero santa) di sviluppo tra banche ed imprese.
Ma come può proporre questa cultura chi non la conosce?

venerdì 14 dicembre 2012

Il caso Saipem: presunta corruzione e nessun Business Plan


di
Luciano Martinoli


Ieri sul quotidiano "La Repubblica" è stato pubblicato un articolo sul caso Saipem e le presunte pratiche di corruzioni, sulle quali si sta indagando, messe in atto per ottenere alcune commesse. E' una notizia che dovrebbe inquietare tutti noi, non solo come shareholder ma come cittadini italiani. Infatti Saipem, e la sua controllante ENI, sono, per la loro dimensione, un attore di vera e propria politica estera e, dovrebbero essere, un promotore di sviluppo. La mia ipotesi è che quando accadono fatti come questi non vi sia solo un problema, eventuale, di “onestà”, ma di conoscenza e strumenti.

lunedì 10 dicembre 2012

Debito su PIL di una start-up


di
Francesco Zanotti

Prendete un start-up che ha avuto grande successo ed andate a vedere il suo rapporto debito/fatturato quando ha iniziato. Oggi il debito Italiano su Pil è circa il 120 %, quello della start-up era (i matematici mi scuseranno per la grossolanità) infinito. Infatti non c’era fatturato e qualunque numero, sia pur piccolo, diviso per infinito è “uguale” a infinito.
Noi dobbiamo consideraci una grande start-up che ha come business quello di creare un nuovo Rinascimento.

giovedì 6 dicembre 2012

Non il rischio, ma la passione e la conoscenza!


di
Francesco Zanotti

Uno dei luoghi comuni più sciocchi è che la caratteristica fondamentale dell’imprenditore sia l’amare il rischio. Stupidaggine.
Il vero motore dell’imprenditore è la passione per nuovi mondi. E’ questa passione che ha guidato il coraggio e la fatica di tutti gli imprenditori (non solo economici, ma anche sociali, politici e culturali) che hanno costruito il nostro Paese, dopo la guerra.
La vera origine della crisi, allora, è che la capacità di immaginare e costruire nuovi mondi sembra essersi spenta.  Siamo tutti impegnati solo a conservare il mondo che i nostri padri hanno costruito.
Ma, se si vuole, si fa in fretta a riaccendere questa passione.
Oggi il mondo è certamente più complesso. Ma questa complessità significa solo più grandi potenzialità di futuro. Ma perché non le sappiamo cogliere? Perché non abbiamo risorse cognitive sufficientemente potenti per vedere i Segni dei tempi Futuri e progettare “viaggi” per concretizzarli.
Proviamo a buttare nuove risorse cognitive e vedrete se questo popolo di Santi, Poeti e Navigatori non cambierà il mondo …
Nel mondo economico e finanziario le nuove risorse cognitive sono le conoscenze (i modelli e le metodologie) di strategia d’impresa.  Sì, esse sono praticamente sconosciute. E ci sono (non so se molti, ma qualcuno lo conosco) manager ed analisti finanziari che, per difendere il ruolo conquistato, combattono ferocemente anche l’idea stessa che la conoscenza strategica abbia importanza.

lunedì 3 dicembre 2012

Anche la strategia è una lingua


di
Francesco Zanotti

Leggo oggi su Affari & Finanza di Emanule Marini, Export manager di Az Pneumatica. Conosce 34 lingue e considera le lingua una risorsa strategica fondamentale.

Come non essere d’accordo? Voglio, però, generalizzare. Non vi sono solo quelli che vengono chiamati i “linguaggi naturali”. Vi sono anche i linguaggi “tecnici” che servono per “parlare” di aspetti specifici della realtà. Come accade per i linguaggi naturali, la capacità espressiva, progettuale in questi aspetti specifici della realtà dipende dalla vastità e dalla profondità dei linguaggi tecnici che si conoscono.

Bene, anche le conoscenze strategico-organizzative sono un linguaggio. Sono il linguaggio per scrivere il futuro dell’impresa.
Purtroppo la conoscenza di questo linguaggio è ancor meno diffusa di quella delle lingue straniere.
Così accade che le strategie progettate e raccontate siano povere ed imitative.
Come quando si conosce poco una lingua straniera e si riesce, sì e no, a prendere un taxi, ordinare al ristorante, sopravvivere insomma. Quando si conosce a livello di sopravvivenza una lingua straniera non si scrivono romanzi …
Oggi le nostre imprese (non solo le PMI, forse più di loro quelle grandi) devono scrivere veri e propri poemi di futuro. Ma conoscono solo quelle poche parole che permettono loro di ripetere la loro storia di sempre. E’ una storia che, spesso, ha stufato e le costringe a competere sul prezzo, come accade per chi vende banalità che vengono da un mondo finito.